Fiano Romano – Un ospedale nella Valle del Tevere? E’ la soluzione, ma resta un’utopia

ISIDORO-MARTINII comuni facenti parte della Asl RmG e RmF sono uniti in un’unica battaglia: salvaguardare la salute dei propri cittadini con strutture sanitari efficienti e degne. 
“La Sanità del territorio è al collasso”: questo il grido d’allarme lanciato dai sindaci di Monterotondo, Palombara Sabina, Mentana, Fiano Romano, Montelibretti, Moricone e Sant’Oreste. I primi cittadini si sono incontrati lo scorso 2 agosto a Monterotondo (Comune capofila) e sono ancora decisi a far sentire la propria voce alla Regione Lazio ed ai vertici della Asl Rm/G. Servizi sanitari territoriali vicini al collasso, ospedali chiusi o prossimi ad esserlo, scelte organizzative insensate, assenza completa di strategie sul medio-lungo termine: queste le problematiche affrontate durante il summit dei primi cittadini della Valle del Tevere e della Sabina romana.

Una situazione preoccupante alla quale sarebbe possibile rimediare compiutamente solo tornando a mettere al centro della programmazione sanitaria la realizzazione dell’ospedale della Valle del Tevere.
«Il progetto però – hanno sottolineato all’unisono i primi cittadini dell’area – non può prescindere dal mantenimento, pianificato e razionale, dei servizi essenziali assicurati dalle strutture esistenti».
Un commento autorevole viene dal comune di Fiano Romano per bocca dell’assessore Isidoro Martini, delegato per l’occasione dal sindaco Ferilli a rappresentare Fiano Romano che rientra nella Asl RmF. «Anche se non facciamo parte della stessa Asl di quella del comune di Monterotondo noi cittadini-utenti utilizziamo frequentemente la struttura sanitaria del “Santissimo Gonfalone” – afferma Martini – E considerato che l’ospedale esistente si sta via via depotenziando, siamo d’accordo col sindaco eretino Alessandri nel perseguire lo stesso progetto, ossia quello di un nuovo ospedale nella Valle del Tevere che comprende tutto il bacino della Salaria e della Tiberina».  
Comunque, al termine dell’incontro estivo i sindaci dell’area hanno firmato un documento-verbale che è stato inviato al presidente della Regione Lazio Renata Polverini, ai presidenti e ai componenti della commissione consiliare regionale alla Sanità, a tutti i capigruppo consiliari, al direttore generale della Asl RmG Nazareno Renzo Brizioli ed a quello sanitario Federico Guerriero.
Ecco la la soluzione degli amministratori locali: i sindaci di Monterotondo, Palombara Sabina, Mentana, Fiano Romano, Montelibretti, Moricone e Sant’Oreste presenti all’incontro estivo hanno convenuto che la migliore e possibile soluzione strategica, quella realmente in grado di coniugare razionalizzazione e ottimizzazione dei servizi territoriali, per la realizzazione della quale ogni territorio dell’ambito rinuncerebbe ad una quota di servizi di prossimità in nome di un vantaggio comune, è solo “la realizzazione dell’ospedale della Valle del Tevere”.
«Il nuovo nosocomio – dicono i sindaci nel documento congiunto – la cui progettazione era peraltro prevista nel Piano sanitario controfirmato dall’allora commissario regionale Elio Guzzanti alla fine del 2009, da realizzarsi in un’area di Monterotondo che l’amministrazione comunale aveva già reso disponibile, prossima alle arterie stradali principali e al casello autostradale di Castelnuovo di Porto. Centrale rispetto a tutti i territori del distretto, rappresenterebbe la struttura nella quale concentrare gli investimenti a vantaggio e a servizio di oltre duecentomila cittadini, di due Aziende sanitarie e di due Province».
Meno ottimista e realista il sindaco di Palombara Sabina che sintetizza: «Il nuovo ospedale nella Valle del Tevere? Forse lo vedremo nel 2050. Ma la salute resta un’esigenza quotidiana da affrontare e risolvere tutti giorni. Noi non siamo contrari al nuovo progetto, ma ci sembra utopistico».
Nel caso venisse costruita una nuova struttura ospedaliera che fine farebbero i nosocomi esistenti di Monterotondo e Palombara Sabina?
 «Per quanto riguarda il nostro “Santissimo Salvatore” l’intenzione è quella di portare avanti il progetto “dell’ospedale comunale”. Nel senso che la struttura verrebbe gestita dal Comune, dalla Asl stessa e da diversi soci privati».
La dipartita è comunque aperta e di carne al fuoco c’è nè tanta, ma bisogna decidere in fretta perché sulla salute dei cittadini non si scherza. Nei prossimi mesi sono in programma altri incontri tra le amministrazioni interessate al futuro delle proprie strutture.
Non va dimenticato che l’ospedale di Tivoli è al collasso, quello di Monterotondo sta perdendo i pezzi come quello di Subiaco. Sulla struttura di Palombara Sabina è in corso da anni una lenta trasformazione prima in “Casa della Salute e poi in “Ospedale distrettuale”.

(Gi. Fe.)

 

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