Monterotondo: Pronto soccorso, al posto dei medici ci sono i carabinieri

Dopo la passerella di deputati, senatori e consiglieri regionali del Partito Democratico all’ospedale di Monterotondo, la situazione del nosocomio “Santissimo Gonfalone” di via Faravelli sembra diventata, se possibile, ancora più difficile. I tagli al personale e i trasferimenti di medici in altri nosocomi hanno messo letteralmente in ginocchio il Pronto soccorso. Mentre si aspetta un segnale chiaro dalla politica, ormai i camici bianchi in turno presso il reparto di medicina d’urgenza non riescono più ad avere neanche la certezza che – dopo 12 ore di lavoro – arrivi il cambio.

E’ successo alcune volte, ma il picco critico è stato toccato tra sabato e domenica 27 ottobre quando il medico che aveva terminato il turno, non avendo il cambio, ha dovuto chiamare i carabinieri. Una situazione paradossale, ma tant’è: al posto del camice di un dottore i pazienti si sono ritrovati con le divise dell’Arma.

Già giorni addietro un altro medico, stando a quanto appreso da Tiburno, aveva dovuto prolungare il proprio turno di altre 12 ore per evitare che il pronto soccorso rimanesse sguarnito. Colpa di scelte gestionali della Asl Roma G? O imputabili agli effetti del Decreto 80 sul nosocomio eretino? Difficile dirlo. Quello che è certo è lo scoramento del personale medico e infermieristico. E chi rischia di restare col cerino in mano sono, come sempre, i pazienti.

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