“Ciao Anita, non ti dimenticherò”. La fisioterapista della Ekberg racconta l’amicizia nata in corsia

“Laura, diglielo tu che ho fatto tante altre cose”. La musa di Federico Fellini chiedeva “soccorso” così a Laura Torrice, la 29enne fisioterapista di Guidonia che nell’ultimo anno l’ha seguita durante il suo ricovero a Villa delle Querce, la casa di cura di Nemi dove l’attrice era ospite. Laura, laureata all’università dell’Aquila, sposata con Cristiano Cecchini, titolare del bar Europlanet a Guidonia, e mamma di Sophie, due anni, ha conosciuto la Ekberg sul lavoro ma tra le due è nata una sorta di amicizia, un’intimità che andava oltre il rapporto tra fisioterapista e paziente, tanto che l’attrice svedese cercava spesso la 29enne per confidarsi o semplicemente per trascorrere qualche attimo in serena compagnia.

 

anita ekberg autografo
La dedica della Akberg all’amica Laura

Laura, cosa ha pensato quando le hanno detto che avrebbe avuto Anita Ekberg come paziente?
“All’inizio solo a sentire un nome così importante mi ha preso un colpo. Sapevo che si trovava nella nostra casa di cura, ma quando mi hanno detto che sarebbe venuta nel reparto dove lavoro mi sono sentita molto emozionata. In passato per lavoro avevo già avuto a che fare con personaggi famosi, ma lei è da sempre un mito del cinema mondiale”.

 

E il primo giorno di lavoro com’è stato?
“Mi sono presentata in punta di piedi, devo dire che all’inizio non è stato facile approcciare con lei, era molto chiusa, riservata, poi però mano a mano che abbiamo passato del tempo insieme si è sciolta e alla fine siamo diventate amiche. Ho scoperto una persona piacevolissima”.

 

Come paziente che tipo era?
“Non sempre voleva fare la fisioterapia. Noi trascorrevamo almeno un’ora al giorno per gli esercizi di mantenimento, e lei voleva farli da sola, mai in gruppo. Preferiva starsene per conto suo, era molto discreta e non amava che altri si avvicinassero o toccassero le sue cose. Nella casa di cura si sentiva bene ma si considerava solo di passaggio, un ospite”.

 

anita ekberg2Un’ora insieme tutti i giorni per un anno, chissà quanti aneddoti sulla dolce vita e su Hollywood le avrà raccontati…
“Non le piaceva raccontare molto della sua vita da vip. Di celebrità e personaggi importanti ne ha incontrati molti, il lusso lo ha conosciuto ma non amava tornare indietro a quei tempi con i racconti. Anita amava essere elogiata e ricevere complimenti, anche se poi poteva capitare che si infastidiva quando le ricordavano la scena della fontana di Trevi. Mi diceva sempre: ‘ma possibile che con tutti i film che ho fatto gli italiani si ricordano solo quella scena?’

 

anita ekbergE come persona com’era?
“Una buonissima persona. Conoscendola meglio ho potuto apprezzare il suo spessore umano. Le piaceva scherzare, si confidava con me. Ad 83 anni era ancora una bellissima donna, le piaceva vestirsi sempre bene. Me la ricordo sempre truccata alla perfezione, in ordine e sempre attenta nel vestirsi. Intonava sempre gli abiti che indossava, maglia e pantaloni abbinati nero su nero o vuola su viola, sempre elegante, come nei modi, e mai scomposta”.

 

Una femme fatale come Anita Ekberg ti avrà dato qualche consiglio sugli uomini…
“Sugli uomini diceva semplicemente di non fidarsi mai. Poi mi raccomandava di non sentirmi mai di essere arrivata, di fare sempre di più, aveva una grande energia”.

 

C’è un’immagine di Anita Ekberg che porterai sempre con te?
“Se parlo di lei oggi lo faccio con il sorriso e i brividi. La vedo con i suoi occhi neri, truccata, bellissima, mentre dal balcone della sua stanza ammiravamo il panorama che si affacciava sul lago di Nemi. Spesso amava stare lì insieme a me, davanti ad un tavolino e ad uno specchio grande per truccarsi. La ricordo come una cara amica. Sento ancora la sua voce con quell’accento americano, non la dimenticherò mai”.

Massimo Cimò

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