Tivoli – Il Freddo di Romanzo Criminale incontra gli allievi del Beats

Il Freddo della serie “Romanzo criminale” era a Tivoli per lo spettacolo “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams in scena la sera stessa al Cinema Teatro Giuseppetti e ha approfittato per regalare due ore di riflessioni, aneddoti e chiacchiere a un pubblico attento di bambini, giovani e genitori. Sollecitato dalle domande del direttore artistico del Beats, Max Malatesta, moderatore dell’incontro, e dalle curiosità dei ragazzi, Vinicio ha parlato di Vita, di Teatro e di Cinema, ma la prima domanda riguardava la squadra del cuore: “Esiste solo la Roma” è stata la risposta.

 

Qualcosa di magico

Invitato a indicare il momento esatto in cui ha deciso di fare l’attore, Vinicio ha parlato di due episodi. Innanzitutto il suo primo spettacolo alle superiori a 17 anni, tratto da “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters. Seppure una leggera balbuzie lo caratterizza, ha scoperto in quell’occasione che sul palco non balbettava e la cosa gli sembrò magica. Ha ricordato il suo professore di lettere, che aveva fatto un anno di accademia e che si commuoveva leggendo la “Divina Commedia”. Il secondo episodio: un po’ per approfondimento e un po’ per curiosità, cercò un breve stage, finendo in un piccolo scantinato a fare teatro per anni. L’attore ha anche osservato come delle cose che sembrano difetti possono diventare punti di forza: proprio perché balbettava, studiava quattro volte tanto i suoi compagni a scuola e, quindi, imparava di più. Max ha aggiunto come non si debba temere di mostrare le debolezze, cosa che a volte pare accadere nel mondo dello spettacolo italiano.

 

Influenze artistiche

Tra gli attori che lo hanno influenzato, Marchioni annovera Marcello Mastroianni, Gian Maria Volonté e Nino Manfredi, ricordando anche come forse il suo sia l’unico mestiere che non si può insegnare ma solo imparare, facendo esperienza e “rubando” con gli occhi. Vinicio ha poi parlato di Luca Ronconi, con cui ha fatto “Itaca”, che gli ha mostrato l’autorialità dell’attore che sta nell’interpretazione, di Giuseppe Marini che gli ha trasmesso il senso della disciplina e l’amore per i libri e per gli autori, di Roberto Latini che gli ha insegnato la libertà, e di Arturo Cirillo (regista dell’allestimento di “La gatta sul tetto che scotta” con Vittoria Puccini, che sarà a Roma all’Ambra Jovinelli e al Teatro della Pergola di Firenze) ha notato l’amore per gli attori.

 

Gli inconvenienti del mestiere

Chiamato a raccontare qualche aneddoto su delle difficoltà avute in scena, Vinicio ha ricordato il secondo anno di scuola di recitazione, primo saggio a cui ci si era preparati studiando Samuel Beckett. Dovendo attendere a lungo seduto con la testa in avanti il sistemarsi del pubblico, lui, che apriva lo spettacolo con una camminata, si alzò in piedi con una forte sensazione di rigidità: ha eseguito il suo compito come poteva! Un altro aneddoto riguarda la rassegna “Garofano Verde” sul teatro inglese al Belli di Roma, quando, alla sua ultima battuta, gli andò la saliva di traverso.

L’interprete di “20 sigarette” ha condiviso con il Beats la bellezza del mestiere, per esempio quando ci sono quelle serate magiche in cui lo spettacolo va benissimo e non sai nemmeno bene tu cosa è successo, quando l’attore non pensa troppo al risultato e quando cerca le proprie connessioni emotive per rendere l’emozione. A teatro la dimensione dello spazio e la dimensione del tempo non esistono più.

 

Le passioni

Oltre che per la recitazione, Vinicio ha la passione per la fotografia, il cibo (ha aperto un ristorante a Roma col fratello, loro progetto fin da quando erano ragazzini) e la musica più varia, dai System of a Down al neomelodico trash italiano che, ha confessato, gli mette allegria! Marchioni utilizza molto la musica anche nel suo mestiere, per esempio per rendere i silenzi del Freddo ascoltava Bach e le sue pause. Per quanto riguarda la danza, si ritiene un elefante in una cristalleria e ha ricordato sua moglie, che invece è una ballerina. Nonostante questo, l’attore deve sapere utilizzare il corpo: sempre per interpretare Il Freddo, si immaginava in una cassa di plexiglass.

 

La politica

Interrogato su temi politici, Vinicio ha detto di vedere la situazione molto compromessa in Italia, a partire da Roma, e ritiene una soluzione tornare a fare quello in cui gli italiani sono bravi: essere artigiani e creativi. Ha notato poi come la cultura sia devastata, a causa anche di un certo modo di fare televisione degli ultimi 20 anni. Ha osservato anche come le scuole di spettacolo a volte rubino solo i soldi e ha affermato di aver trovato al Beats professionalità e umiltà, ricordando pure l’importanza del gioco nelle arti sceniche.

 

I sogni, i libri, la poesia

In merito ai sogni, come attore Vinicio si sente chiamato a metterli in pratica e crede che gli abbiano salvato la vita: attraverso il mestiere dell’attore puoi diventare un uomo migliore, è un lavoro che ti mette di fronte all’umanità. Citando Jean Genet (“Il funambolo”), ha invitato i ragazzi a stare sulla fune non guardando i propri piedi ma guardando avanti, verso l’immagine splendente di noi che è già arrivata dall’altra parte.

Agli allievi del Beats, che offre ai ragazzi una libreria e la possibilità di portare il proprio libro preferito, Vinicio ha consigliato di leggere “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez, tanto teatro e la poesia: Eugenio Montale, Dino Campana, Alda Merini, Wisława Szymborska e tutti i classici. La poesia è ritmo e arriva dove non arriva la parola, come la musica.

 

Le risposte ai ragazzi

Le domande degli allievi del Beats sono state partecipate e interessate. Vinicio ha risposto confermando che la macchina da presa ti può mettere a disagio, ma l’attore deve stare concentrato sul set che è un ambiente molto concitato, e che ti può capitare di lavorare a progetti che non ti piacciono. L’attore trentanovenne ha poi confessato che non gli piace rivedersi in TV e al cinema perché… gli riprendono il fondoschiena! Rispondendo alla domanda su come si prepara prima di andare in scena, Vinicio ha affermato che le cose da trasmettere e rendere sono un po’ come le lacrime e le gocce di sudore: se dentro c’è qualcosa prima o poi escono. Qualche volta questo non accade ma fa parte del gioco. Tra i luoghi più belli in cui ha recitato per un film, il Marocco per “20 sigarette”. L’ultima domanda dei ragazzi è stata: “È pesante avere a che fare con i fan?”. “Beh, non stiamo a Hollywood” ha scherzato Vinicio, e poi ha ricordato che il mestiere dell’operaio è da considerarsi pesante, lui è fortunato a fare ciò che fa.

 

Le risposte a Tiburno Web

Ai ragazzi che vogliono fare gli attori Vinicio ha consigliato di ascoltare tutti ma non dare troppo peso ai consigli, di rubare con gli occhi, di sentire dentro quello che è giusto e andare avanti come i muli, di essere più duri delle porte in faccia. Sulla situazione del teatro in Italia, Marchioni ha invitato a rendersi conto che questo settore è anche economia, che non è vero che con l’arte non si mangia e che la scuola deve portare i bambini a teatro.

Serena Calabrese

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