“Un si per cambiare l’Italia” è stato ripetuto più volte, non solo dal ministro alla Riforme, Maria Elena Boschi, ma anche ai tanti esponenti del Partito democratico presenti in sala. “Il referendum rappresenta un’occasione unica per noi – dice la Boschi nel suo intervento – un’occasione per cambiare l’Italia per i prossimi trent’anni, non dobbiamo lasciare la scelta ad altri, dobbiamo essere noi i padri costituenti”. Il messaggio è chiaro. Ma chi pensava di chiarisi qualche dubbio è rimasto un po’ deluso. Si entra poco nel merito del questito referendario. Spazio allo snellimento dei tempi di approvazione per le leggi, “in tempi certi e quando si ha bisogno”, sottolinea il ministro. Ma anche “un modo per accorciare il divario tra le regioni”. Prima della Boschi si sono alternati sul palco diversi esponenti, tra cui il sindaco di Castel Gandolfo, Milva Monachesi. Singolare che al microfono non ci sia stato nemmeno un rappresentante del nordest. Eppure in platea ce ne erano diversi: dal consigliere regionale, nonchè ex sindaco di Tivoli, Marco Vincenzi, al segretario del Pd di Guidonia Mario Lo Muscio.
Chi c’era e chi non c’era, tra selfie e “distrazioni”
Il grande assente è stato senza dubbio il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti. Quando un Ministro arriva in città, non bisognerebbe guardare il “colore politico”, senza dimenticare che il tema è comune a tutti trattandosi di un referendum. Manca anche il primo cittadino di Monterotondo, Mauro Alessandri. Presente invece quello di Vicovaro, Florenzo De Simone. Tra le prime file c’è anche un “distratto” Marco Vincenzi che, durante il discorso della Boschi trova spazio per un breve intervallo di gioco con il cellulare. C’è il deputato Andrea Ferro, i consiglieri uscenti di Guidonia Montecelio Emanuele Di Silvio e Aldo Cerroni (che non è del Pd, ma si dice a favore della riforma).
Probabilmente un’occasione mancata per il Pd di coinvolgere i cittadini in un appuntamento tanto importannte. O Forse no.
Ve. Al.
