Guidonia – “Mafia Bianca”, Pucci chiede di essere prosciolto

MEMORIA EX ARTICOLO 121 C.P.P.
UDIENZA 18.10.2017
PROC. PENALE N. 117/16 RGNR
RG DIBATTIMENTO N. 2451/17

Onorevole Presidente
Illustrissimi Giudici del Collegio Penale di Tivoli
Illustrissimo Procuratore della Repubblica

In data 20 settembre 2017, ho ottenuto gli arresti domiciliari.
A dar debito riscontro alla Ordinanza relativa alla modifica della misura cautelare, ho potuto evincere, per ciò che sono in grado di capire, che il beneficio concessomi sia intervenuto per due ordini di motivi:
    1.    Avvenuta cessazione del rapporto di lavoro a seguito di mie dimissioni con il Comune di Guidonia Montecelio ;
    2.    Perché i domiciliari li avrei subiti in Comune diverso e lontano da quello di Guidonia Montecelio .
E’ mio dovere ringraziare per quanto allo stato concessomi e, con l’umiltà radicata nella mia persona, mi permetto di farvi osservare ancora quanto segue:
    a.    Non ho più reddito alcuno;
    b.    Ho il dovere di rispettare la legge (art. 570 c.p.) dovendo corrispondere l’assegno a mia figlia di euro 300 mensili, giusto decreto intervenuto nella separazione tra coniugi già agli atti di codesto Tribunale; oltre al pagamento di rata di mutuo pari a euro 650 mensili da corrispondere all’Istituto di credito UBI BANCA;
    c.    Euro 500 circa da corrispondere alla Banca Intesa SANPAOLO per un finanziamento concessomi a seguito delle difficolta economiche in cui verso e versavo;
    d.    Euro 3.000 circa dovute alla amministrazione della giustizia quale residuo del decreto di sequestro emesso dal GIP del Tribunale di Tivoli, a voi noto;
    e.    Spese per il mio sostentamento, ancor più gravi nell’importo, tenendo conto la misura cautelare che sopporto e alla quale nulla tengo ad opporre onde dare ossequio alle decisioni assunte sul punto dall’onorevole Tribunale che mi legge.
Onorevole Presidente, ho necessità di guardare al futuro con ottimismo perché la mia vita è stata devastata da una problematica che sopporto e sopporterò sempre con alto senso del dovere e profondo rispetto delle istituzioni che mai ho inteso offendere né utilizzare per finalità illecite.
Solo per mero tuziorismo, mi permetto, anche in questa sede, di farLe rilevare che dal 2010 a oggi ho sempre collaborato con la giustizia, fornendo ogni documentazione e chiarimento ad ogni istanza.
Il ruolo ricoperto nell’ambito dell’Ente comunale mi ha letteralmente posto nella oggettiva impossibilità ad operare dando ossequioso rispetto a ciò  che viene imposto al funzionario che tale posizione lavorativa ha occupato.
Ritenevo fosse diligente, corretto, onesto rispettare i protocolli che conoscevo e che la legge mi impartiva ( li ho sempre rispettati e posti in essere) ; ad un certo punto non ho capito più nulla perché mi è capitato di finire sotto processo perché ho pagato, mi è parimenti capitato di finire sotto processo quando non ho ritenuto , rispettoso di quei protocolli innanzi citati, corretto pagare.
Sul punto basti dare ossequio al processo che subisco unitamente a 13 imprenditori, da anni colpito da una stasi processuale a me incomprensibile ove mi sono stati ascritti ben 54 capi di imputazione.
Per queste contestazioni fu chiesto dalla Procura della Repubblica allora diretta dal Procuratore Capo  Dott. De Ficchy il mio arresto in carcere. Lo stesso GIP, che poi si è pronunciato in maniera esattamente contraria in altro procedimento, a sua cognizione, ebbe a sostenere che fui vittima di comportamenti truffaldini di altri soggetti che avevano intrallazzato speculando sulla mia persona. Poi l’increscioso epilogo che oggi mi vede sopportare la gravosa misura cautelare prima nel Carcere di Rebibbia, poi ai domiciliari.
Onorevole Presidente, non ho più nulla, ho perso tutto, dignità, famiglia, lavoro.
Vede, so bene che il tutto è avvenuto per la  intercettazione a Lei nota ed è  proprio su codesta  che  sento il dovere di spiegare a Lei anche in questa sede, seppure anticipando l’udienza del 18.10.2017, i miei intenti e quale fosse la verità.
E’ vero che nell’occasione mi fu consegnata la somma di euro 4.000,00, questa circostanza non l’ho mai negata né ai PM né al GIP in sede di interrogatorio di garanzia. Ebbi questa somma dall’arch. De Paolis a titolo di prestito.
Giammai potevo immaginare che allo stesso fosse stata consegnata con un modus operandi altamente illecito ( cosi parrebbe essere)  dal quale prendo le distanze perché come provato in atti, non ho mai avuto rapporto diretto né con la ditta né con il signor Sisti.
Il mio coinvolgimento nella vicenda viaggia di pari passo con i 54 capi di imputazione che sono stati elevati in mio danno attraverso la clamorosa e grave forma di locupletazione cui sono stato vittima.
A dar sostegno a questa mia verità e alla posizione dirigenziale che occupavo, in buona sostanza, chiunque, avrebbe potuto millantare conoscenze e favori ,  quando invece gli intervenuti pagamenti avevano il rispetto più rigoroso della cronologicità e soprattutto per evitare danni all’erario in caso di mancato pagamento innanzi a titoli esecutivi. Affronterò con fermezza e forza i processi che sono in corso nella piena consapevolezza di aver tenuto alto il senso del dovere nei confronti dell’istituzione per la quale operavo e dalla quale mi sono dimesso perdendo anche l’assegno alimentare, o meglio rinunciando anche questo.
Giammai avrei potuto accettare di essere “mantenuto” dall’Ente comunale che secondo le prospettazioni accusatorie avrei utilizzato per essere corrotto e quindi ricevere una dazione di denaro pari a 4.000,00 euro.
Vede, Onorevole Presidente, mai ho capito il perché del mio coinvolgimento in ben 3 gravi procedimenti penali, lo capirò all’esito di un’istruttoria dibattimentale che contribuirò a rendere chiara e trasparente.
 Non ho conseguentemente mai capito come si potessero ritenere non attuabili argomenti altamente positivi per la mia persona quali quelli relativi agli intervenuti pagamenti in misura di oltre 10.000 annui .
In 11 anni, tanto il tempo che ho lavorato nell’Ente, ammontano a oltre 110.000 pagamenti in favore di imprenditori, professionisti e altri.
Con 110.000 pagamenti mi sarei rovinato la vita locupletandomi in danno dell’ente intascando una mazzetta di 4.000,00 euro?.
Oltre a ciò mi preme evidenziarLe che per ben nove mesi sono stato attenzionato dalla Procura della Repubblica di Tivoli, dopo l’evento di cui all’intercettazione, che mi ha portato nelle patrie galere.
Quindi nove mesi dopo, e  per nove mesi, nessun altra contestazione è stata potuta elevare in mio danno.
Da qui la prego di credermi, la prova provata che l’unica dazione di denaro che mi si contesta non è una tangente ( il rapporto è altamente provato in quanto intervenuto tra me e il De paolis ) , per due colossali ordini di motivi:
    1.    La Ciprani s.r.l. a seguito di mia volontà a restituire la somma di 4.000 euro, così come provata in atti, ha risposto di non aver mai versato alcunché al sottoscritto né in proprio né per il tramite di terze persone. Ragion per cui appare evidente che non si potrà mai, e dico mai, contestare a me il reato di corruzione;
    2.    Ho sempre sostenuto di aver chiesto un prestito all’arch. De Paolis di euro 4.000, anche lo stesso ha confermato tale circostanza seppur aderendo a una richiesta di patteggiamento per fatti diversi da quelli che mi si contestano. Ragion per cui, anche in questo caso si offre prova provata della mia più totale innocenza.
QUANTO ALLE  CENSURE MOSSEMI DAL TRIBUNALE DEL RIESAME   FATTE PROPRIE DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA IN RELAZIONE ALL’INTERCETTAZIONE A ME RIFERIBILE
Onorevole Presidente, qui le anticipo quello che sosterrò allor quando mi sottoporrò all’esame quale imputato.
In me si è radicata la convinzione che tutti ripeto tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nelle vicende di corruzione, di peculato, di truffa utilizzassero la mia persona per scopi e finalità sicuramente censurabili.
A tale convinzione sono giunto proprio ANCHE dando ossequio a quanto affermato dal dott. Alberto Cisterna, in sede di reiezione della misura cautelare richiesta per il processo che ancora non ha inizio, dove per ben due volte non si sono presentati i TESTI DELLA PUBBLICA ACCUSA !!!.
La prego , ove ciò non l’avesse già fatto, di leggere l’ordinanza di rigetto a cui mi riferisco.
Presi atto di tante contestazioni elevate ad altri coimputati delle quali non ne conoscevo alcun aspetto né sotto il profilo della illeceità né sotto quello squisitamente fattuale.
Nulla mi era noto se non l’aver adempiuto a quanto istituzionalmente mi era imposto, dalla LEGGE ,  nel mio ruolo di dirigente dell’area finanze del Comune di Guidonia Montecelio.
Da molto tempo sentivo da più parti  che l’arch. De Paolis era oggetto di investigazione dell’Onorevole Procura della Repubblica di Tivoli, le pare possibile che non avessi l’equilibrio per stare attento a non compiere reati in pendenza di siffatte indagini investigative?
Mi creda non sono un dirigente, o meglio, non ero un dirigente capace di delinquere, figuriamoci poi di farlo sapendo che colui che mi consegnò la somma di 4.000 euro era da tempo oggetto di attenzioni investigative.
Il Tribunale del Riesame mi ha definito arrogante laddove dissi all’arch. De Paolis che mi ero reso partecipe al pagamento di una fattura  (SETTEVILLENORD)  di circa 100.000 e quindi di farsi dare i soldi per tale motivazione.
Le osservo che non ero il dirigente competente per il pagamento e che poiché sapevo ed avevo sentito che il De Paolis in qualche modo si stava macchiando di ipotesi di reato (?) – cosi si diceva-  che poi effettivamente gli sono state contestate, a mo’ di investigazione personale dissi quella frase  per scoprire se vi fossero stati passaggi di denaro su quella vicenda e se il mio nominativo fosse stato in qualche modo oggetto di utilizzo ancora una volta.
Ricordo di aver consegnato al Commissario Dr. Marani PRIMA E ALLA GURDIA DI FINANZA DOPO , onde dare correttezza estrema al mio operato di dirigente, riservate personali esplicative alcune vicende riferibili ad altri dirigenti, utilizzate poi per l’applicazione di misura cautelare in danno degli stessi .
Ogni altra ricostruzione è ultronea e fantasiosa.
 Ad ogni buon conto laddove si volesse accreditare la tesi secondo la quale avevo dato inizio a compiere reati deve ancorarsi a tutto il discorso la mia frase, giammai oggetto di attenzione di nessun giudice, che descrive fedelmente : “ io queste cose non le ho mai fatte!”
A nessuno, ripeto a nessuno, è passato minimamente per la mente che forse mi erano state proposte iniziative che mai avevo posto in essere in passato così come mai ho posto in essere all’epoca dei fatti e successivamente.
Nel corso del dibattimento e del mio interrogatorio a cui mi sottoporrò darò trasparenza, serenità e verità anche a questo episodio al quale non può disancorarsi un’altra prova tombale offerta all’ufficio del Procuratore con le mie dimissione dal ruolo dirigenziale depositate nelle mani del Commissario Straordinario.
Commissario straordinario che, in primis, non le accolse costringendomi a occupare un ruolo, ben sapendo delle INCRIMINAZIONI che già mi erano state contestate, che per un decennio secondo le prospettazione accusatorie mi aveva protagonista di una associazione per delinquere. Tanto ero avvezzo al crimine che speravo e auspicavo di lasciare quel maledetto posto che mi ha reso impotente e portato a una devastante quotidianità che vivo con estrema sofferenza ma con tanta dignità ed è proprio per questa  che Le deposito questa mia memoria, in via meramente anticipata per consentire anche agli inquirenti di smentirmi in tempo utile e di provare ( ciò sarà impossibile) che io mi si associato per delinquere con gli altri coimputati non avendo mai partecipato ad alcuna riunione ne preventiva ne successiva finalizzata a porre in essere atti delittuosi ( associazione per delinquere)
Fatto salvo ogni diritto ex art. 129 cpp porgo deferenti ossequi .
Deferenti ossequi
Dr. Gilberto Pucci per se medesimo

DELEGO AL DEPOSITO , DELL’UNITA MEMORIA DIFENSIVA , L’AVVOCATO ALFREDO SCACCIA MIO DIFENSORE DI FIDUCIA  INNANZI AL QUALE OGGI 22.09.2017 MI SOTTOSCRITVO FACENDOMI AUTENTICARE LA FIRMA
AUTRIZZO IL PREDETTO LEGALE AD INFORMARE PER QUANTO DI MIO DIRITTO E RAGIONE GLI ORGANI DI STAMPA E AUDIOVISIVI CHE HANNO STERMINATO, ALMENO PERTE DI LORO LA MIA IMMAGINE DI UOMO E DI ONESTO PROFESIONISTA – DIRIGENTE DEL COMUNE DI GUIDONIA

Dr. Gilberto PUCCI

V° per autentica
Avv. Alfredo Scaccia  nel Foro di Cassino

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