di Elena Giovannini



“Quando inizio un nuovo progetto lascio andare la fantasia, con il verde creo atmosfere, ambienti intimi o spazi di colore, giochi di luci e ombre, scelgo gli arredi: è come dipingere un quadro con una tavolozza fatta di piante e fiori.” Veronica Vernillo, 33 anni di Monterotondo due anni fa ha lasciato il suo lavoro da Restaurant Manager dopo 17 anni passati nella ristorazione per dedicarsi alla sua passione per il green. Ora è garden designer per Motivoverde, e consulente commerciale per alcune aziende: “un salto nel vuoto, ma io sono fatta così: non ho paura. mi piace sperimentare cose nuove” ci racconta nella sua casa a Mentana, arredata in modo originale con dettagli etnici e africani, quadri e tappeti di ogni parte del mondo – ricordo dei suoi viaggi – e ovviamente tantissime piante: orchidee, potos, Edera scelte e curate personalmente da lei. Ci ha raccontato cosa significa essere una green designer, una professione sempre più di moda e richiesta.
Veronica, due anni fa hai fatto una scelta importante cambiando lavoro e stile di vita. Cosa ti ha spinto, oggi torneresti indietro?
Non tornerei mai indietro. Facevo un lavoro che mi appassionava ma mi portava via tantissimo tempo, ero sempre di corsa, non potevo fermarmi mai. Tornare alla terra, alla natura mi ha cambiato la vita, è stato il mio modo per ritrovare serenità, ricominciare a dare valore al tempo, imparare ciò che avevo dimenticato: prendermi cura di me e dell’ambiente che ho intorno.
Negli ultimi anni è cresciuta molto la richiesta di creare spazi verdi, balconi o giardini. Perché secondo te anche in città c’è questa nuova sensibilità?



Perché le persone si stanno rendendo conto dell’effetto terapeutico del verde. Per i buddisti è il colore della vita, in cromoterapia è il colore dell’equilibrio e della calma. Infatti ha un effetto anti-stress naturale: tornare a casa dopo una giornata di corsa e trovarsi immersi tra piante rigogliose dà un immediato effetto rilassante. Il verde ricarica le nostre energie, ritroviamo armonia, equilibrio e buonumore! Anche gli architetti stanno recependo queste novità: terrazze e giardini non sono più qualcosa di secondario, ma parte integrante del progetto.
L’INTERVISTA CONTINUA SU TIBURNO IN EDICOLA IL 22 GIUGNO