Accordo
Raggiunta un’intesa tra la famiglia Biran e la famiglia Peleg per ‘gestire’ la routine di Eitan da oggi fino al prossimo 8 ottobre. L’annuncio è stato dato al termine della prima udienza del tribunale di Tel Aviv.
Nonostante il silenzio stampa richiesto dai protagonisti della vicenda, si sa per certo che allo stato attuale il bambino resterà in Israele, almeno fino a quella data.
Eitan potrà trascorrere metà del tempo con la famiglia materna e metà del tempo con la zia Aya, tutrice legale, con intervalli di tre giorni a testa per ciascun ramo familiare.
L’accordo è volto a mantenere “la privacy del bambino, che in questo momento ha bisogno di tranquillità”, hanno precisato i legali di entrambe le parti.
“Eitan verrà rimandato in Italia. Lì, un giudice dovrà decidere, nel suo interesse, con chi vivrà”. Questa è la convinzione di Abraham Dviri, avvocato israeliano specializzato in diritto di famiglia. Il legale non lascia margini: “La Convenzione dell’Aja sostiene che portare via un bambino dal luogo dove vive è rapimento. Non permette di farsi giustizia da soli. Ritengo che Eitan verrà rimandato in Italia dove sarà un giudice italiano a decidere” tra le due famiglie che se lo contendono.