Petra la vagabonda cerca ancora un “fidanzato”

Ha percorso da sola 500 km; era stata soccorsa e salvata dai guardiaparco dei Simbruini

Qualche giorno fa l’elusiva lupa Petra del Parco dei Monti Simbruini è stata immortalata per caso dall’obiettivo di un giovane fotografo naturalista, Francesco Ricci, al quale è passata accanto all’improvviso con passo veloce in un gelido e nebbioso mattino d’inverno.

Sono passati già cinque mesi da quando Petra, lupa simbruina, è stata rilasciata  nei boschi alle spalle di Jenne, ai confini con l’Abruzzo, nello stesso luogo dove era stata trovata in gravi condizioni di salute, dopo essere stata curata e dotata di un collare satellitare. Da quel momento la lupa ha dimostrato una grande vitalità e ha percorso quotidianamente molti chilometri. Secondo il team di esperti da cui è stata seguita durante il suo temporaneo ricovero, Petra è una giovane lupa nata nella primavera del 2020 e al momento del recupero aveva circa un anno e mezzo.

A quell’età i lupi generalmente abbandonano il branco di origine per intraprendere una nuova fase della loro esistenza, la fase del “dispersal”, parola che indica il periodo della vita di un lupo in cui esso lascia la propria famiglia di origine intraprendendo un lungo viaggio, anche di molti mesi e molti chilometri, che lo porta a stabilirsi in una nuova area e a incontrare il partner con cui formare una nuova famiglia e quindi un nuovo branco.

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PETRA UNA CAMMINATRICE INSTANCABILE

In questi mesi la nostra lupa si è dimostrata una camminatrice instancabile, ha percorso centinaia di chilometri, ma non si è allontanata mai troppo dal Parco dei Monti Simbruini, anche se con i suoi spostamenti ha coperto un’area molto grande, di circa 550 kmq. Abbiamo seguito i suoi passi tramite le localizzazioni satellitari e abbiamo riscontrato che Petra al momento è un lupo vagabondo, un “floater” per la terminologia anglosassone.

Secondo alcuni studi effettuati in Italia Centrale infatti i lupi residenti, quindi territoriali e appartenenti ad un branco, occupano un’area compresa fra i 40 e gli 80 Kmq (per avere un termine di confronto, il comune di Frosinone si estende su circa 45 kmq). Petra ogni mese si sposta in un’area di circa 300 kmq (sempre per confronto, il Parco dei Monti Simbruini ricopre un’area di 298 KMq) dalle aree abruzzesi dei comuni di Cappadocia e Tagliacozzo fino al Comune di Piglio, Fiuggi e Guarcino, passando per tutti i comuni del Parco.

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Il suo vagabondare fa pensare che Petra sia ancora sola e in cerca di un compagno con cui stabilirsi in un proprio territorio, che è l’area difesa attivamente da un branco. Petra sembra molto scaltra ed elusiva e si tiene lontana dai centri abitati. L’epoca degli accoppiamenti per i lupi, che cade una sola volta all’anno fra febbraio e marzo, è un momento cruciale e può darsi che Petra trovi il suo compagno quest’anno mentre vagabonda nei boschi innevati.

“Come sempre”, è l’appello degli ispettori del Parco dei Monti Simbruini, “raccomandiamo di non inseguire la fauna selvatica, di non disturbarli continuamente per fotografarli, specialmente nelle aree di riproduzione, di non seguirne le tracce sulla neve, soprattutto se si tratta di piste molto fresche e di non abbandonare resti di cibo di qualsiasi tipo: lasciamo che i selvatici possano vivere la natura in piena libertà, senza alcun disturbo da parte nostra, proprio come Petra”.

In primo piano Petra, la foto è di Francesco Ricci 

Petra, la prima lupa col collare satellitare

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