MONTEROTONDO – Vivaio a rischio allagamento, stop alla Bretella dell’Anas

Il Tribunale di Tivoli ferma il progetto da 20 milioni di euro per la nuova Bretella tra Salaria e A/1: “La diga sul Tevere è un pericolo per l’Azienda Bianchini”

Per come è stata progettata, è un vero e proprio pericolo pubblico. Per questo, resteranno sospesi sine die i lavori per la realizzazione di una bretella di collegamento della Via Salaria con l’autostrada A1, a Monterotondo Scalo.

Lo ha stabilito il Tribunale civile di Tivoli con un’ordinanza firmata dal Presidente Francesca Coccoli e dal giudice Francesco Lupia pubblicata oggi, venerdì 14 ottobre.

Col provvedimento i magistrati hanno infatti respinto il ricorso presentato da Anas – società del Gruppo FS Italiane – che già il 31 maggio scorso si era vista sospendere i lavori dell’opera da 20 milioni di euro, di cui 9 milioni e 650 mila euro finanziati dalla Regione Lazio per la messa in sicurezza idraulica dell’abitato di Monterotondo Scalo.

L’ordinanza pubblicata oggi condivide l’orientamento già espresso 5 mesi fa dal Giudice Adriana MazzacaneCLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO - e riconosce fondate le ragioni dell’avvocato Pier Francesco Mazzini, legale di Bruno Bianchini, 80enne agricoltore e proprietario – insieme alla moglie Stefania Cupelli e al figlio Alberto Bianchini – della omonima Azienda Agricola Vivaio di via Augusto Righi, allo Scalo.

LEGGI ANCHE  Metrebus, il prezzo del biglietto aumenta da 1,50 a 2 euro

La tesi dei Bianchini, condivisa dal Tribunale, è che la variante al progetto originario dell’Anas è fatta coi piedi e rischia, in caso di alluvione, di spazzare via la storica azienda agricola estesa su una superficie di 91.532 metri quadrati sulle rive del Tevere.

Vale la pena ricordare che a gennaio 2020 i lavori per realizzare il tronchetto stradale di 2,3 chilometri erano stati affidati all’impresa “Consorzio Stabile Olimpia” con la previsione di essere ultimati nello stesso anno 2020, se non fosse che il ritrovamento di alcuni reperti archeologici rallentò l’intervento.

Nel frattempo i Bianchini, famiglia di agricoltori, per fare piena luce sul futuro dell’azienda si erano rivolti all’avvocato Mazzini. Esaminando il progetto di messa in sicurezza idraulica, il legale si era reso conto che l’intervento non prevedeva – a differenza dell’originario – la protezione idraulica del vivaio, ma soltanto la protezione della zona industriale di Monterotondo Scalo.

In tal modo, la proprietà di Bianchini sarebbe rimasta l’unica azienda al di fuori della cinta di terrapieno armato, praticamente isolata, all’interno di una lingua di terra collocata tra il bacino del fiume Tevere e la diga armata sulla quale correrà la ‘Bretella Salaria Sud.

LEGGI ANCHE  MONTEROTONDO - Stretta sugli autolavaggi, tre titolari multati e un impianto sequestrato

Insomma, l’azienda agricola sarebbe stata esposta al pericolo dell’esondazione del fiume, perché la copiosa massa d’acqua avrebbe incontrato la insuperabile resistenza del nuovo argine causando la inevitabile distruzione delle colture, oltre ad ingenti danni economici ed ulteriori gravi rischi per l’incolumità delle persone.

A certificare il rischio è stato anche il Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Tivoli, convinto che il progetto dell’Anas debba essere interessato da una variante a tutela dell’Azienda Agricola.

La sospensione dei lavori avrà delle ripercussioni economiche da parte di Anas nei confronti della ditta appaltatrice.

I giudici Coccoli e Lupia hanno stabilito che la Spa del Gruppo Fs rimborsi Bruno Bianchini, la moglie e il figlio 1823 euro per spese di lite oltre al contributo unificato per il reclamo.

Già il 31 maggio scorso Anas era stata condannata a risarcire oltre 8 mila euro per esborsi, onorari e spese forfettarie sostenute per il ricorso in Tribunale.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.