MONTEROTONDO – La diga sul Tevere allaga il vivaio, bloccati i lavori

Il Tribunale di Tivoli ferma il progetto da 20 milioni di euro per la nuova Bretella tra Salaria e A/1: è un pericolo per l’Azienda Bianchini

Sulla carta avrebbe dovuto essere una soluzione sia per la mobilità che per la salvaguardia idraulica della Media Valle del Tevere. Invece quel tronchetto di 2,3 chilometri d’asfalto e gli argini di difesa rappresentano un pericolo pubblico per come sono stati progettati.

Per questo ieri, martedì 31 maggio, il Tribunale di Tivoli ha disposto la sospensione dei lavori sine die per la realizzazione di una bretella di collegamento della Via Salaria con l’autostrada A1, a Monterotondo scalo.

Ha deciso così, con l’ordinanza numero 1437 il Giudice Adriana Mazzacane che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Pier Francesco Mazzini, legale di Bruno Bianchini, 80enne agricoltore e proprietario – insieme alla moglie Stefania Cupelli e al figlio Alberto Bianchini – della omonima Azienda Agricola Vivaio di via Augusto Righi, allo Scalo.

Il giudice Mazzacane ha condiviso su tutta la linea la tesi secondo la quale il progetto dell’Anas – società del Gruppo FS Italiane – è fatto coi piedi e rischia, in caso di alluvione, di spazzare via la storica azienda agricola estesa su una superficie di 91.532 metri quadrati sulle rive del Tevere. Per questo il Tribunale ha sospeso l’esecuzione dell’opera fino alla approvazione ed esecuzione di una variante progettuale indicata nel provvedimento emesso ieri.

La Bretella di collegamento tra la Salaria e l’autostrada A1 è un’opera di Anas dell’importo complessivo di 20 milioni di euro, di cui 9 milioni e 650 mila euro finanziati dalla Regione Lazio per la messa in sicurezza idraulica dell’abitato di Monterotondo Scalo.

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A gennaio 2020 i lavori erano stati affidati all’impresa aggiudicataria “Consorzio Stabile Olimpia” con la previsione di essere ultimati nello stesso anno 2020, se non fosse che il ritrovamento di alcuni reperti archeologici rallentò l’intervento.

Nel frattempo i Bianchini, famiglia di agricoltori, se fino ad allora non avevano mai sollevato obiezioni, in quel caso per fare piena luce sul futuro dell’azienda si erano rivolti all’avvocato Mazzini. Esaminando il progetto di messa in sicurezza idraulica, il legale si era reso conto che l’intervento non prevedeva – a differenza dell’originario – la protezione idraulica del vivaio, ma soltanto la protezione della zona industriale di Monterotondo Scalo. In tal modo, la proprietà di Bianchini sarebbe rimasta l’unica azienda al di fuori della cinta di terrapieno armato, praticamente isolata, all’interno di una lingua di terra collocata tra il bacino del fiume Tevere e la diga armata sulla quale correrà la ‘Bretella Salaria Sud.

Insomma, l’azienda agricola sarebbe stata esposta al pericolo dell’esondazione del fiume, perché la copiosa massa d’acqua avrebbe incontrato la insuperabile resistenza del nuovo argine causando la inevitabile distruzione delle colture, oltre ad ingenti danni economici ed ulteriori gravi rischi per l’incolumità delle persone.

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A certificare il rischio è stato anche il Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Tivoli, convinto che il progetto dell’Anas debba essere interessato da una variante.

La prima modifica consiste nel dotare anche il tratto di estensione 700 metri frontistante il Vivaio Bianchini di attraversamenti idraulici atti a garantire una efficace, diretta e immediata trasparenza idraulica, anche a fronte degli possibili scenari di esondazione.

Inoltre, come peraltro richiesto dall’Autorità Bacino Tevere, gli attraversamenti idraulici andranno realizzati in modo da consentire l’accesso alle macchine operatrici per la manutenzione ordinaria e straordinaria annuale, che dovrà essere comunque effettuata in modo tale da garantire sempre inalterate le caratteristiche idrauliche dei sottopassi.

Il Ctu ha inoltre previsto che, nella fase di progettazione esecutiva della variante e dei successivi stralci, si ritenga necessario valutare la possibilità che anche il vivaio Bianchini sia tutelato dalle esondazioni come le altre strutture presenti a Monterotondo Scalo.

La sospensione dei lavori avrà delle ripercussioni economiche da parte di Anas nei confronti della ditta appaltatrice. Per ora la Spa del Gruppo Fs deve rimborsare e Bruno Bianchini e alla omonima Azienda Agricola Vivai Piante oltre 8 mila euro per esborsi, onorari e spese forfettarie sostenute per il ricorso in Tribunale.

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