GUIDONIA – Bomba d’acqua e fango, casa sommersa: il Comune risarcisce i danni

Una storia guidoniana: appartamento nel seminterrato in una via in discesa senza rete pubblica per lo smaltimento delle acque piovane. Pagano i contribuenti

Un appartamento nel seminterrato di un complesso residenziale costruito in una strada in discesa e per giunta priva di rete pubblica per lo smaltimento delle acque piovane.

Cose che capitano soltanto a Guidonia Montecelio.

La sede del Comune di Guidonia Montecelio

Sì, perché in una situazione del genere è sufficiente un temporale più violento degli altri per inondare le abitazioni.

Il fatto è capitato ad una coppia residente a Pichini, il quartiere residenziale di Guidonia Montecelio, costruito negli ultimi 30 anni nelle campagne a ridosso della via Palombarese e al confine coi Comuni di Sant’Angelo Romano e Fonte Nuova.

Sei anni fa la coppia si ritrovò l’abitazione sotto quasi un metro di melma e oggi il Comune di Guidonia Montecelio la risarcisce per i danni arrecati.

E’ quanto emerge dalla determina numero 32 – CLICCA E LEGGI LA DETERMINA – firmata il 22 marzo dal dirigente dell’Ufficio Sinistri Paola Piseddu con la quale viene corrisposta una somma complessiva di 7.200 euro a Deborah T. e Florin N., 52 e 44 anni, proprietari di un appartamento di 60 metri quadrati in via Pietro Vannucci, ai Pichini di Guidonia.

I corridoi del Tribunale civile di Tivoli

Secondo la determina, la coppia e l’amministrazione hanno raggiunto un accordo sull’importo che sarebbe più vantaggioso per l’Ente rispetto quanto stabilito dalla Sentenza numero 75/2022 emessa il 14 gennaio 2022 dal Giudice del Tribunale civile di Tivoli Francesca Coccoli che ha condannato il Comune al risarcimento di 4.940 euro oltre interessi legali, più 1.764 euro tra spese di lite e compensi.

Il caso è tutto da raccontare.

Via Pietro Vannucci a Pichini, quartiere residenziale di Guidonia Montecelio

I fatti risalgono al 10 settembre 2017, quando Guidonia Montecelio fu investita da un violento temporale a seguito del quale l’abitazione di via Pietro Vannucci fu allagata e gravemente danneggiata al piano seminterrato e al giardino antistante.

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L’appartamento di Deborah T. e Florin N. si trova nel seminterrato di un elegante complesso di recente costruzione, simile ad altre a centinaia sparse per la città, con la differenza che via Pietro Vannucci è una strada con una pendenza molto elevata dove il fiume di acqua e fango raggiunse una potenza tanto devastante che neppure i sacchi di sabbia allestiti a mo’ di trincea riuscirono ad arginare.

Fatto sta che la coppia, rappresentata dall’avvocato Gianluca Varvo, aveva citato in giudizio il Comune di Guidonia Montecelio richiedendo danni di natura patrimoniale pari a 5.500 euro e 7.361,70 per quelli di natura non patrimoniale per un totale di 12.861 euro più rivalutazione monetaria e interessi legali.

L’ingegner Federico Lazzaro, Consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Tivoli, ha accertato gli effetti devastanti della bomba d’acqua e fango nella camera da letto e nel bagno all’interno del seminterrato.

Estese manifestazioni di umidità e segni di infiltrazioni fino ad un’altezza di 70 centimetri, muffe, intonaco irrimediabilmente danneggiato con rigonfiamenti e distacchi in più punti: danni che a parere del consulente del giudice avrebbero potuto arrecare pregiudizio alla salute della coppia.

Senza considerare che nell’allagamento erano rimasti danneggiati mobili e porte, oltre al motore della vasca idro-massaggio e alcune parti dell’impianto elettrico. Inoltre nella corte esterna antistante il seminterrato era crollato il muro di confine alto poco più di un metro con la ringhiera metallica sovrastante.

Insomma, un disastro causato dalla notevole massa di acqua e fango proveniente da via Vannucci, confluita nella rampa condominiale di accesso al complesso residenziale.

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Da parte sua, il Comune di Guidonia Montecelio – rappresentato dagli avvocati Roberto Giorgetti, Alessandro Bruzzone e Lucio Laurita Longo – si è difeso sostenendo si trattò di un caso fortuito.

Una tesi respinta dal giudice Francesca Coccoli che ha addebitato la responsabilità del danneggiamento per il 70% al Comune sempre sulla base della perizia dell’ingegner Federico Lazzaro.

Il consulente ha infatti evidenziato che il complesso residenziale è ubicato in una strada con una pendenza elevata e che nell’area circostante il fabbricato non ci sono canaline e pozzetti di raccolta delle acque piovane, ad eccezione di una caditoia condominiale, peraltro ostruita da terriccio ed erbacce, e di due canalette nella rampa carrabile di accesso, insufficienti a contenere la massa di acqua e fango che ha investito il complesso.

La vera ciliegina sulla torta è che il consulente ha messo nero su bianco l’assenza nelle immediate vicinanze di alcuna rete pubblica di smaltimento delle acque meteoriche.

In pratica, in via Pietro Vannucci ai Pichini ad ogni allerta meteo c’è il rischio allagamenti. Per questo, da quel temporale estivo di sei anni fa la pericolosità della zona è segnalata nel Piano di emergenza comunale.

Lo stralcio del Piano di emergenza comunale che segnala la pericolosità di via Vannucci in caso di temporali

Secondo il consulente del giudice, il problema si risolve soltanto con interventi di regimentazione delle acque in via Vannucci e nelle strade più a monte, ma soprattutto con la realizzazione di una rete pubblica per il corretto smaltimento delle acque piovane.

Pagano i contribuenti.

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