Emergono nuovi agghiaccianti dettagli sulla disgrazia delle Terme di Cretone. “Ci dicevano di fare in fretta, probabilmente per non pagare gli straordinari. La piscina doveva essere vuota entro le otto. E la grata non c’era”. È questo ciò che emerge dalla testimonianza di uno dei bagnini che il giorno della tragedia costata la vita a Stephan era a bordo piscina.
La procura di Tivoli ha aperto un procedimento per omicidio colposo. Quattro al momento sono gli indagati, i due amministratori e due giovanissimi bagnini che quel giorno erano in servizio. Sarebbe stato uno di loro, 18 anni, a ricostruire i momenti precedenti alla tragedia.
Il bagnino, neo diciottenne, avrebbe riferito di non aver mai visto la grata. In seguito, scendendo nei particolari del tragico evento, si è detto sicuro che in acqua quel pomeriggio non c’era più nessuno e che i clienti rimasti erano tutti dietro la corda con cui veniva isolata l’area delle piscine per la fase dello svuotamento.
Ieri intanto è stata effettuata l’autopsia sul corpo del piccolo Stephan, che dalla Russia era venuto a vivere a Castel Madama due anni fa. L’esame autoptico ha confermato che il bambino è morto per annegamento. Fatale l’essersi incastrato in un tubo di 30-35 centimetri sprovvisto della grata protettiva. Suo padre ha cercato disperatamente di salvarlo, purtroppo invano.