GUIDONIA – Unicem, i rifiuti non si bruciano alle cementerie

Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato boccia il progetto di alimentare l’impianto col Css-C

Le cementerie “Buzzi Unicem Spa” non bruceranno rifiuti nell’impianto di Guidonia.

Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza numero 8094 –CLICCA E LEGGI LA SENTENZA– pubblicata venerdì 31 agosto. I giudici di secondo grado hanno rigettato il ricorso della “Buzzi Unicem Spa” per far annullare la sentenza numero 16385 con cui il 7 dicembre 2022 il Tar del Lazio aveva negato il via libera ad alimentare il cementificio di Guidonia col Combustibile Solido Secondario, derivato dalla lavorazione della componente secca (plastica, carta, fibre tessili) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

“Buzzi Unicem Spa”, con l’ausilio di “Aitec” (Associazione Italiana Tecnico Econo-Mica del Cemento), aveva presentato un progetto di modifica – a suo dire “non sostanziale” – rispetto all’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) rilasciata il 28 aprile 2017 dalla Città Metropolitana di Roma e prevede la realizzazione di una nuova unità impiantistica per il ricevimento, lo stoccaggio e il dosaggio del CSS-C prodotto, al punto di emissione E11 “Forno + Mulino crudo”, con un incremento da 12 a 15 dei viaggi giornalieri per il trasporto allo stabilimento.

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Ma a febbraio 2022 Regione Lazio e Arpa avevano negato al colosso del cemento la possibilità di introdurre il Css qualificato come “end of waste” nell’impianto di cottura clinker dello stabilimento di Guidonia in parziale sostituzione dei combustibili fossili (pet coke e carbon fossile) impiegati fino ad oggi.

Il Consiglio di Stato ha condiviso il verdetto di primo grado espresso dal Tar del Lazio: se Buzzi Unicem intende bruciare Css a Guidonia deve seguire la procedura ordinaria di modifica sostanziale, ma non può aggiornare l’Autorizzazione originaria.

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