TIVOLI – Crac “Bruno Poggi”, il Tribunale restituisce i 625 mila euro sequestrati ai Caucci

La bancarotta dell’azienda estrattiva: per i re delle cave finisce il caso giudiziario

Erano stati sequestrati perché considerati provento del crac, ma una sentenza di condanna non ci sarà mai.

Per questo ieri, martedì 6 febbraio, il Tribunale di Tivoli ha disposto il dissequestro e la restituzione di 625 mila 505 euro e 96 centesimi agli aventi diritto “congelati” a Mario Caucci, il noto industriale del settore estrattivo del travertino romano scomparso il 26 febbraio 2023 all’età di 88 anni.

Il Collegio presieduto da Rosamaria Mesiti – a latere i giudici Teresa Garcea e Giovanna Riccardi – ha emesso sentenza di non luogo a procedere per morte del reo e rinviato all’udienza del 24 settembre 2024 il prosieguo del processo per bancarotta e frode fiscale in cui sono coinvolti altri tre imputati, tra manager e liberi professionisti.

Si tratta del processo relativo al crac finanziario della “Bruno Poggi e Figli srl” di Villalba di Guidonia, una delle maggiori aziende del settore estrattivo fondata nel 1969 e dichiarata fallita nel 2015 dal Tribunale civile di Tivoli.

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Secondo la Procura di Tivoli, la “Bruno Poggi e Figli srl” fu rilevata dal Gruppo Caucci, mandata in dissesto e prima del fallimento letteralmente “spogliata” vendendo i beni a un prezzo considerato irrisorio ad una società costituita ad hoc e gestita da una “testa di legno”.

Gli inquirenti hanno conteggiato decine e decine di creditori per un debito totale di 11 milioni di euro, Erario compreso. Il 30 settembre 2019 davanti al Giudice per l’udienza preliminare Sabina Lencioni tre imputati avevano patteggiato la pena, mentre per altri quattro erano stati a giudizio.

Nell’udienza di 4 anni fa Serafino Caucci, 62 anni, uno dei più noti imprenditori del territorio, ex amministratore pubblico a Tivoli, patteggiò una condanna a un anno 10 mesi e 20 giorni per bancarotta per distrazione in qualità di socio al 99% e procuratore speciale della “Bruno Poggi e Figli srl” dal 29 novembre 2012 al 21 ottobre 2014.

All’imprenditore, considerato l’amministratore di fatto dell’azienda fallita, fu concessa la sospensione della pena per aver manifestato la volontà di restituire spontaneamente all’Erario 625 mila 500 euro, soldi sequestrati dalla Procura durante le indagini e ora confiscati dal Giudice per l’udienza preliminare.

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La stessa somma che ieri il Tribunale di Tivoli ha dissequestrato e restituito agli aventi diritto.

Davanti al Giudice Lencioni patteggiò una pena a un anno e 8 mesi con pena sospesa per bancarotta e frode fiscale Ernesto M., 87enne imprenditore residente ad Anzio, l’amministratore unico della “Bruno Poggi e Figli srl” dal 29 novembre 2012 al 16 giugno 2015 data di dichiarazione del fallimento, mentre patteggiò una condanna a un anno e mezzo con sospensione della pena Stefano C., 55enne di Tivoli, ex dipendente della “Bruno Poggi e Figli srl” e amministratore unico della “Poggi Trading”, società che secondo la Procura era stata creata ad hoc per “spogliare” la storica azienda del settore estrattivo del travertino.

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