TIVOLI – Criticità statiche e di sicurezza, chiude il Giudice di Pace

Lo stabile di proprietà del Comune non è a norma: la città rischia di perdere il presidio

Criticità statiche e mancato adeguamento alle normative di sicurezza e anticendio.

Sono le condizioni in cui versano i locali del Giudice di Pace di Tivoli, situati in viale Trieste 51, all’interno di uno stabile di proprietà del Comune di Tivoli.

Una situazione di precarietà nota da anni, ma oggi divenuta insostenibile a tal punto da mettere a rischio la prosecuzione dell’attività giudiziaria.

Il Giudice Nicola Di Grazia, Presidente Facente Funzioni del Tribunale di Tivoli

Per questo giovedì 4 marzo in una nota al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Tivoli il Presidente facente funzioni del Palazzo di Giustizia Nicola Di Grazia ha preannunciato la prossima chiusura dei locali di viale Trieste e la loro restituzione al Comune di Tivoli.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv, la decisione fa seguito alla verifica delle carenze strutturali effettuata a febbraio durante un sopralluogo da parte di un dirigente tecnico del Provveditorato regionale del Ministero di Giustizia.

L’ufficio del Giudice di Pace verrà temporaneamente ospitato nel palazzo sede del Tribunale di Tivoli in viale Arnaldi, ma a causa della non disponibilità di spazi sufficienti, a ciò conseguirà una drastica riduzione della attività giurisdizionale nei limiti dell’urgenza.

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L’ex Presidente del Tribunale di Tivoli Stefano Carmine De Michele

La condizione di precarietà dello stabile di viale Trieste fu denunciata pubblicamente per la prima volta tre anni fa da Stefano Carmine De Michele, Presidente del Tribunale di Tivoli dal 2019 al 10 gennaio scorso, quando ha accettato l’incarico di Direttore Generale dell’Ufficio Affari Civili il Ministero della Giustizia di via Arenula.

In un’intervista rilasciata il 3 agosto 2021 a Tiburno, il settimanale della Città del Nordest in edicola dal 1990 al dicembre 2021, l’ex Presidente De Michele rivelò problemi statici molto importanti al primo e al secondo piano dello stabile di viale Trieste, un palazzo di civile abitazione, che il Comune di Tivoli mise a disposizione per l’attività giudiziaria.

Il magistrato spiegò che il condominio presentava anche “problemi di fatiscenza delle strutture, come l’impianto idrico, di riscaldamento e refrigeramento”.

Per questo il Provveditorato regionale del Ministero di Giustizia registrò la necessità di lavori di consolidamento per circa un milione di euro e avviò una ricerca presso gli Enti pubblici chiedendo al Comune di Tivoli, alla Città Metropolitana di Roma Capitale e al Demanio la disponibilità di un edificio di superficie pari a quella attuale in cui ospitare l’Ufficio Notifiche e il Giudice di Pace.

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Da allora sono trascorsi tre anni, ma nessuna soluzione è stata adottata.

Nella nota trasmessa giovedì 4 marzo all’Ordine degli Avvocati di Tivoli il Presidente facente funzioni Nicola Di Grazia ha inoltre annunciato che il Ministero ha da tempo deliberato la revoca del finanziamento da un milione di euro per i necessari interventi di straordinaria manutenzione, ritenendoli di eccessiva onerosità, e che al momento non sussistono indicazioni su possibili collocazioni alternative degli uffici.

L’avvocata Eliana Lelli, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Tivoli

L’Ordine degli Avvocati presieduto dall’avvocata Eliana Lelli si è immediatamente mobilitato e già nella assemblea generale degli iscritti, svolta il 7 marzo, ha discusso la problematica, deliberando la volontà di mettere in campo tutte le iniziative utili a scongiurare il pericolo incombente, coinvolgendo la cittadinanza e sollecitando le Autorità preposte.

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