GUIDONIA – “Pista d’Oro”, via al progetto di rilancio dell’ex kartodromo

L’imprenditore cinese Xuanjin Zeng presenta la proposta, ma deve fare i conti con la Soprintendenza

La “Pista d’Oro” potrebbe non restare per sempre un rudere.

Ieri, lunedì 30 settembre, presso il Comune di Guidonia Montecelio è stata infatti presentata la richiesta di permesso di costruire convenzionato da parte della “Lanterne Rosse Srl”, società di import ed export con sede legale a Pomezia che si è aggiudicata l’ex kartodromo di via Tiburtina all’asta bandita dal Tribunale di Ascoli Piceno per il fallimento della “Santarelli Costruzioni Spa” detta anche “Saco Spa”, il colosso marchigiano protagonista di un crac da 300 milioni di euro (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Una foto dall’alto della “Pista d’Oro”, l’ex kartodromo di via Tiburtina a Castel Arcione, nel Comune di Guidonia Montecelio

La richiesta, firmata dall’architetto Giorgio La Bianca di Guidonia, tecnico di fiducia del 50enne imprenditore cinese Xuanjin Zeng, è finalizzata al rilascio di un permesso di costruire con l’amministrazione comunale, che preveda cioè la cessione da parte della “Lanterne Rosse Srl” di opere pubbliche.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv, quello presentato ieri è un progetto di massima che secondo le previsione di Piano Regolatore Generale consentirebbe alla “Lanterne Rosse Srl” di sviluppare oltre 100 mila metri cubi tra edifici direzionali, commerciali e il 20% residenziali sull’area di 72.418 metri quadrati interamente in Zona “F”, sottozona “F5” a destinazione servizi privati.

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Una cosa è certa: il kartodromo non si tocca.

Lo hanno messo nero su bianco gli architetti Gaetano Miarelli, Pietro Somogyi e Franco Tegolini, i tre redattori del Piano Regolatore Generale di Guidonia Montecelio vigente e approvato dalla Regione Lazio nel 1976, quindici anni dopo il taglio del nastro della “Pista d’Oro”  (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Tuttavia il progetto di rilancio di Xuanjin Zeng deve fare i conti con due vincoli.

Il primo è il Vincolo Tipizzato Lineare indicato dalle norme del Ptpr, Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, che cautela eventuali reperti archeologici 100 metri a destra e 100 metri a sinistra della Tiburtina, incombendo su quasi metà kartodromo.

Il secondo è il cosiddetto “vincolone”, imposto dal Decreto del 16 settembre 2016 dal Ministero per i Beni Archeologici col parere favorevole della Regione Lazio, sulla base del quale la Soprintendenza ha bocciato anche i progetti di semplice ristrutturazione o costruzione di singole abitazioni nella zona tutelata denominata “Area delle tenute storiche di Tor Mastorta, di Pilo Rotto, dell’Inviolata, di Tor dei Sordi, di Castell’Arcione e di alcune località limitrofe”.

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Uno scoglio insormontabile normato dagli articoli 8 e 46 delle norme tecniche di attuazione del Ptpr.

A scardinarlo lo scorso 12 luglio è stata la “Ambiente Guidonia Srl”, la società proprietaria dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti all’Inviolata.

Con la sentenza numero 6267 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - il Consiglio di Stato ha infatti annullato il Decreto MiBACT del 2016.

Tuttavia lo scorso martedì 17 settembre la Soprintendenza Archeologica è ripartita alla carica avviando di nuovo il procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area di Tor Mastorta, Pilo Rotto, Inviolata, Tor dei Sordi, Castell’Arcione, “Pista d’Oro” compresa (CLICCA E LEGGI LA NOTA).

Uno scoglio che rischia di lasciare l’ex kartodromo abbandonato a se stesso come negli ultimi decenni.

A meno che l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio non intenda presentare le proprie osservazioni entro gennaio 2025 per evitare che lo sviluppo della città resti paralizzato per sempre.

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