LA BAND L’iniziale duo acustico fondato da Felice (voce e chitarra solista) ed Alessandro (chitarra ritmica) si trasforma già nella metà del 2012 in una vera e propria band con l’ingresso di Luca Pupulin al basso e Filippo Saccà alla batteria. L’esempio da seguire è quello della grande tradizione del folk e del rock cantautorale statunitense (Bob Dylan, Bruce Springsteen, Pete Seeger), ma con l’ambizione di trovare una propria strada e un proprio modo di raccontare il mondo che li circonda. Un mondo fatto di storie, sogni e speranze della generazione che incarnano, carpite nei locali che si frequenta, in cui si lavora e in cui i New Jersey Quay cominciano ad esibirsi in pubblico.
GLI ESORDI È nei locali e nei festival del nord-est romano che cominciano la loro esperienza i New Jersey Quay, arrivando pian piano a richiamare sempre più pubblico alle loro esibizioni. Gli amici, certo, ma anche tanti altri ragazzi che si avvicinano alla loro musica per il modo semplice con cui sanno raccontare le loro stesse sensazioni. Non c’è onanismo stilistico in quello che fanno sul palco. I New Jersey Quay badano più alla profondità con cui suonano un accordo piuttosto che alle raffinatezze tecniche e linguistiche. Questa semplicità arriva in tutta la sua schiettezza quando sono chiamati su quelli che possono essere i palchi importanti per una band di provincia: un ruolo da protagonisti nel Pecora Nera Festival patrocinato dal comune di Guidonia, l’esibizione con cui sono chiamati a rappresentare la scena emergente tiburtina nell’ambito del “Festival della creatività del Nordest”. Nel mezzo tante altre serate nei pub e nei live club di Roma e provincia.
LA BANCHINA DEL JERSEY Ma in fin dei conti nella storia di una band, che sia piccola o grande, la prima pietra la mette sempre l’incisione di un disco. “La banchina del Jersey” è il primo lavoro in uno studio di registrazione dei New Jersey Quay; un EP di quattro tracce da cui la band ha estratto anche il video e singolo “Il viaggiatore”. Per loro, da bravi cantastorie, è solo la prima tappa di un viaggio fatto alla ricerca di racconti ed orizzonti da esplorare a vista, con lo sguardo sempre puntato alla periferia a cui appartengono.