Mentre tutto intorno, il “lussureggiante” piano di zona in cui erano comprese anche zone verdi e un asilo, resta totalmente disatteso. Ovunque c’è solo incuria, abbandono e cumuli di rifiuti scaricati illegalmente.
C’è chi le chiama ormai “palazzine fantasma”, e non è un nome totalmente lontano dalla realtà. Sorgono di fatto in mezzo al nulla. Le strade sono fatte di pietrisco, non asfaltate, su cui non è stato installato nemmeno un lampione. E questo sembra quasi il meno. “Sono riusciti a portarci la corrente elettrica pochi mesi, ma senza acqua ne gas come si fa a vivere in una casa?”. A parlare è Andrea Cese, un ragazzo di 30 anni che in quella casa spera di riuscire ad andare a viverci. Prima o poi. I sacrifici di una intera famiglia, ad oggi, sono persi nel nulla. “Sono state completate da più di cinque anni ormai, ed è capitato davvero di tutto – continua –. Dalla faccenda dell’esproprio ‘inesatto’ da parte del Comune di Roma, all’occupazione degli appartamenti da parte dei movimenti di lotta per la casa un anno fa, che ci hanno causato numerosi danni e furti. Ora le utenze. Eppure non stiamo certo chiedendo la linea Adsl”.
Veronica Altimari
l’articolo completo su Tiburno in edicola da martedì 3 febbraio
