Calcio – Eretum, la grinta di Capitan Mariotti: “Dobbiamo crederci fino alla fine”

La vittoria di domenica è servita anche a rompere un tabù su un campo storicamente ostico per l’Eretum. Cos’ha in più questa squadra rispetto agli altri anni?
“Quello di Antrodoco è sempre stato un campo difficile. Vuoi per le dimensioni del terreno di gioco, vuoi perché il Velinia è da sempre una compagine che non molla mai fino a fine campionato. Rispetto agli altri anni penso che l’Eretum sia più squadra, abbia maggiore consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie potenzialità. Si è vista più voglia, più determinazione. In campo ho visto i miei compagni con gli occhi di chi vuole portare via la vittoria ad ogni costo, in tribuna tanti tifosi che hanno sfidato il freddo e la pioggia incessante. Con una formazione giovane scesa in campo domenica non si è vista la differenza, anzi tutti i ragazzi erano determinati a dare il 100%. Avevamo voglia di dimostrare, soprattutto dopo il passo falso di Contigliano, che anche su questi campi possiamo e dobbiamo dire la nostra”.

Siamo al rush finale di un campionato che ha cambiato spesso “padrone”. Cosa pensi di questa lotta al vertice?
“Penso che dobbiamo crederci… Lo dobbiamo a noi stessi, al mister e al suo staff, alla società, ma soprattutto ai nostri tifosi e alla città che rappresentiamo. Mancano poche partite e può succedere di tutto. Stiamo vedendo ogni settimana qualche risultato sorprendente. Passi falsi, in un campionato così equilibrato ed incerto, possono accadere a tutte le squadre, anche quelle di alta classifica. Non mi stupiscono molto, ad esempio, i risultati del Ginestra e del Passo Corese 1936: affrontare in questo periodo le squadre che sono in lotta per la salvezza è molto difficile per chiunque. E’ un rischio per tutti sia in casa che in trasferta. Per quanto riguarda l’Eretum, ripeto, è obbligatorio crederci e provarci fino alla fine: siamo a 3 punti dalla capolista, con grinta e determinazione, unite al tasso tecnico che abbiamo, possiamo dire la nostra fino all’ultima giornata. Ci attendono 8 finali da giocare con la massima tranquillità e con la voglia giusta, perché abbiamo dimostrato di reggere il confronto contro tutto e tutti. I mezzi questa squadra li ha, insieme alla determinazione a fare sempre il passo in più. Quel passo in più che meritano anche tutti i nostri giovani ai quali questa categoria va molto molto molto stretta secondo me. Dico a tutti di non mollare mai, di crederci fino all’ultimo secondo di ogni singola partita”.

 

Per l’Eretum sei sceso di categoria e hai accettato di giocare senza compenso. Qual è il motivo di questa scelta?
“Per me è stata una scelta di vita importante. Volevo fortemente tornare a giocare nel mio paese e dimostrare a tutti quelli che nel corso degli anni non mi avevano considerato molto come calciatore, che si erano sbagliati sul mio conto. Qui a Monterotondo sono nati e cresciuti fior fiori di giocatori che purtroppo non hanno avuto la possibilità di esprimersi al massimo. Questa grande voglia di ‘rivincita’ personale, la volontà di dire la mia sul campo, le grandi motivazioni e il grande entusiasmo di questa piazza sono state le leve giuste che mi hanno fatto scegliere questa realtà. Forse da giovani avremmo potuto avere maggiore fortuna a livello calcistico, ma anche adesso che siamo più ‘anziani’ la voglia di dimostrare e vincere dà ancora più soddisfazione. La cosa più bella che ci possa essere è esultare la domenica dopo un gol sotto la propria tribuna, con i tuoi compagni, amici di una vita che ti hanno visto crescere e che ti hanno sempre rispettato come calciatore e come uomo. Gente che ti vuole bene davvero e che non fa finta…”.

L’Eretum è una società cresciuta anno dopo anno. Che futuro vi attende?
“Vedo un grande futuro per questa società e per questi colori che fanno parte della tradizione calcistica di questo paese. I nostri sostenitori, i nostri tifosi, la nostra società, noi, meritiamo qualcosa di più per la passione e l’impegno con cui viene portato avanti da anni questo progetto. Quando valori come lealtà, passione, amicizia e rispetto sono alla base del programma di una società, il futuro è assicurato. L’Eretum sta crescendo anno dopo anno, sia per quanto riguarda il settore giovanile, sia per le altre squadre agonistiche. E non finisce qui…”.

Te la senti di fare un bilancio di queste due stagioni all’Eretum? C’è qualcuno che ti senti di ringraziare in modo particolare?
“Fare il capitano in questa squadra e per questo paese è bellissimo e stimolante. Non sei solo il capitano, sei anche il punto di riferimento e la guida per tanti giovani calciatori, tanti talenti che altre società non prendono nemmeno in considerazione. Sei il punto di riferimento per tutti i tifosi che si identificano in questa squadra. Mi inorgoglisce molto, inoltre, il fatto di essere diventato capitano di una squadra che porta lo stesso nome della formazione in cui giocava mio padre da ragazzo. Mi sento di ringraziare tutte le persone che sono dietro questa società, che lavorano sul campo e fuori insieme a noi. In particolare il Mister Alessandro Di Nicola che ha sempre creduto in me, colui che mi carica ogni partita, mi ha sempre considerato un vero giocatore, un vero uomo, forse uno dei pochi in questo paese a livello calcistico. Ringrazio poi tutta la società ed i miei compagni per gli attestati di stima che ogni volta mi regalano. Un ringraziamento speciale poi a tutti i tifosi, unici e inimitabili”.

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