Da San Sebastian a New York, un viaggio oltre confine con la street art di Balu

La prima volta oltreoceano

washinton balu3Tutto inizia due anni fa grazie all’ambasciata spagnola che gli dà la possibilità di dipingere dal vivo a Washinton per un evento legato alla Street art. La prima volta negli Stati Uniti ha cambiato la sua vita, gli ha permesso di vedere il suo sogno realizzabile su grande scala. Balu inizia a dedicarsi ai graffiti nel 1998 per i borghi abbandonati di San Sebastian. “Preferisco le stradine prive di vita, lasciate lì a morire lentamente – dice – perché così posso ridargli un’anima e una dignità grazie alla mia arte”. Dopo un paio di anni passati con l’odore acre delle bombolette, migliora tecnica e stile e passa all’utilizzo degli stencil e questa fase coincide con la sua fuga verso Barcellona.

 

Barcellona e la Street art

“Quanto il lavoro di Bansky ha influenzato la tua arte?” gli chiedo. “A dire il vero, quando ho iniziato, non conoscevo nemmeno l’esistenza di Bansky, sicuramente un personaggio come lui ha aiutato a rendere visibile e conosciuta questo tipo di arte e di conseguenza ciò ha favorito anche noi artisti minori”. Il suo arrivo nella capitale catalana inizialmente lo delude, non trova quell’ambiente e quello spirito di fratellanza tra artisti. “Barcellona, anni fa è stato un punto di riferimento per la Street art, adesso non lo è più. Inoltre gli artisti più affermati hanno creato una sorta di club privè al quale è difficile accedere – afferma deluso – nel momento in cui si rendono conto che anche la tua arte inizia ad essere riconosciuta, ti permettono di avvicinarti. In America la Street art funziona con dinamiche completamente opposte, è un ‘dare e avere’ disinteressato, un continuo relazionarsi tra artisti in favore di uno scopo comune, la fruibilità dell’arte in qualsiasi forma si manifesti”.

barvellona balu2 barcellona balu

Lo sbarco a New York, zaino in spalla

Dopo l’esperienza a Washinton il suo chiodo fisso diventa poter ritornare in America e così, di new york balu2punto in bianco, fa le valigia e parte per New York, iniziando a dipingere per strada, da solo. “E’ stata la svolta per la mia carriera artistica e per me in quanto artista di strada. A New York ho avuto la possibilità di esprimere la mia arte in piena libertà. Ho conosciuto altri artisti che, vedendomi, mi hanno introdotto nei loro ambienti, mi hanno invitato a dipingere con loro. Sono cresciuto come artista, ho capito che quello che stavo facendo è la cosa giusta e lo sto facendo nel modo giusto. Vedere artisti americani che ti fermano per strada, ti chiedono da dove vieni, ti portano con loro a dipingere, ti insegnano nuove tecniche è qualcosa che in Spagna ancora non succede, forse per una mentalità un po’ troppo da quartiere di cui ancora siamo schiavi. Sembra paradossale dirlo ma è così. Grazie a New York sono stato invitato ad esposizioni e festival come il Governors Music Festival, tutte cose che in Spagna non mi sarebbero capitate. L’America mi ha dato la visibilità che non riuscivo a trovare nel mio paese. Se ripenso che ci sono andato da solo, zaino in spalla, la cosa mi riempie maggiormente d’orgoglio.”

 

La filosofia della street art per Balu

balu2La sua arte ha due aspetti, il rapporto col mondo dei tatuaggi (Balu è tatuato dalla testa ai piedi) e la denuncia sociale. A differenza di Bansy il cui messaggio è diretto, frontale, Balu preferisce dare a chi osserva la possibilità di decidere che messaggio cogliere. Per quanto riguarda la connessione tra i suoi tatuaggi e le sue opere si ispira al mondo old school. Una delle sue prime opere infatti, è la raffigurazione di un teschio che è stato poi ripreso da vari artisti. Balu predilige i volti di personaggi che hanno cambiato, influenzato la storia da Malcolm X a Nelson Mandela passando per Dalì. La sua filosofia sta nel dipingere e creare una connessione tra il luogo e l’opera. Come ad esempio dipingere il volto di Malcolm X nel quartiere dove venne assassinato. Tutto ciò crea una sorta di poesia tra arte e strada che alla fine è ciò che rende la Street art una vera e propria arte. (foto Raphael Gonzalez)

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Gli ulivi millenari in mostra al Museo Archeologico
immagine da balu new york balu3

Arte e guadagno, ci si vive?

“Riesci a guadagnarci con la tua arte?” è la domanda che mi viene spontanea. “Adesso si – risponde – grazie soprattutto alle stampe delle mie opere più famose nelle varie gallerie, come ad esempio la Backgound del Raval a Barcellona. Dal momento che ho una idea, inizio a documentarmi alla ricerca di un’immagine, una foto che la rappresenti, dopo devo acquistare il materiale per realizzarla e anche il biglietto aereo per la città dove voglio realizzarla. Il guadagno non è immediato, dipende sempre da molti fattori. Per il momento continuo a lavorare in uno Store, per avere poi la capacità di sopportare la spesa che richiede creare da zero un’opera come quelle che io creo. Non ho fretta di guadagnare, voglio crescere come artista, il resto verrà automaticamente”.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - "Maggio dei Libri" dedicato a Igino Giordani
washinton balu2 berlino balu2

Barcellona, Washinton, New York, Berlino…e l’Italia?

“Quali sono le città in cui ti sei trovato a dipingere”. “Oltre Barcellona, New York e Washinton quella che mi più mi ispira e dove c’è un fermento artistico importante è Berlino. Il governo tedesco investe addirittura dei soldi pubblici per finanziare la Street art che è vista come un mezzo per ridare dignità artistica ad aeree metropolitane che si avviano verso il degrado. Per quanto riguarda la Spagna invece, ci sono piccole città come Vittoria, al nord, che danno molto spazio alla Street art anche con festival ad hoc. In Italia non sono mai stato ma so che esiste un buon movimento sia a Roma che a Milano e anche a Torino.” (sotto le stampe esposte in galleria)

arte di balu galleria balu galleria balu2

Mestiere pericoloso ma qualcuno deve pur farlo

Un aneddoto divertente legato alla sua esperienza a New York è che tutti si aspettano che un berlino balutizio con bombolette spray si muova di notte, incappucciato, nei vicoli bui di quartieri pericolosi. Tutto il contrario. Balu afferma di preferire dipingere al sole, sia perché la luce lo ispira di più e sia perché nessuno si aspetterebbe di trovarlo su una scala ad “imbrattare” una parete in pieno giorno. Chiariamo che a New York se vieni beccato dalla polizia vai dritto in galera per una cosa del genere, ma a lui non è mai successo. (a Berlino nella foto a sinistra)

 

Progetti futuri?

Visto quello che è cambiato nella sua vita negli ultimi due anni, non posso non chiedergli “Tra due anni dove ti ritroverò?” Mi risponde con una franchezza e onestà più da amico che da artista “Sinceramente non lo so, quello che so è che i piccoli obbiettivi che mi ero posto li ho raggiunti e superati uno alla volta. Adesso inizio a pensare in grande, immagino la mia arte sempre in grande, mi vedo negli Stati Uniti. Voglio variare la mia tecnica poiché lo spray inizia a limitarmi. Con le bombolette hai solo nove varianti di colori, voglio passare all’acrilico e all’olio. Voglio espandermi, voglio crescere ancora di più e arricchire la mia arte. Ho dei progetti per il 2016, un festival di musicisti baschi di cui farò i ritratti per le vie di New York e anche le copertine dei loro dischi. Siamo qui, stiamo crescendo, poco a poco. E tu invece? Dove ti ritroverò tra due anni?”. Bella domanda…magari in America ad intervistarlo.

 

Alessandro Neri

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.