Il rischio è concreto e la decisione spetterà nelle prossime settimane alla nuova Soprintendente del Lazio e dell’Etruria meridionale Alfonsina Russo che, durante un incontro con il sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis avvenuto al Ministero la scorsa settimana, ha chiesto tempo per valutare le carte e non ha escluso di prendere parte personalmente ad un sopralluogo nell’area già nei prossimi giorni.
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Lavori fermati dopo il ritrovamento dei reperti archeologici
Il cantiere della Selciatella, fermo da tempo per permettere agli archeologi di effettuare ulteriori scavi dopo il ritrovamento di importanti reperti archeologici. L’area, è noto, è oggetto di un piano di riqualificazione finanziato con 6 milioni di euro dai Fondi plus della Comunità europea che prevede la realizzazione di una viabilità denominata Selciatella Tor-Mastorta. I cantieri hanno preso il via un anno fa, e proprio durante le operazioni di sbancamento sono riemersi i reperti. Il tracciato della nuova strada di fatto non è modificabile, se la comparsa di vincoli particolarmente estesi dovesse obbligare l’amministrazione a rimettere mano al progetto, l’intera opera sarebbe a rischio definanziamento europeo, per altro già ampiamente anticipato a vario titolo con fondi comunali. Eppure, dai saggi preliminari di scavo, quelli che hanno vincolato il progetto definitivo dell’opera, di “archeologico” su quell’area era apparso poco o niente, il grosso dei ritrovamenti è invece emerso solo a cantieri avviati.
Il Comune vuole andare avanti e valorizzare l’area
La spada di damocle che incombe sull’intero progetto, ha spinto il sindaco Eligio Rubeis all’incontro con la Soprintendente, per confermarle come il Comune sia a totale disposizione del ministero per i Beni culturali nel cercare soluzioni che valorizzino i ritrovamenti archeologici senza mettere a rischio gli stanziamenti di un’opera così importante, che per le sue peculiarità di indubbio interesse per la viabilità tutta del quadrante a nord est della provincia di Roma ha ottenuto i finanziamenti europei.
“L’amministrazione già in questi mesi ha sostenuto economicamente il lavoro degli archeologici, finanziando con oltre 200mila euro le operazioni di scavo e conservazione dei reperti emersi”. La parola ultima spetta ora alla Soprintendenza.