“Storie di amori, ansie e allucinazioni”: i racconti di Roberto Fioravanti tra realistico e surreale

 

L’autore
Roberto Fioravanti, classe ’77 e origini romane, si è laureato come Educatore Professionale di comunità presso l’Università Roma Tre e svolge questo lavoro presso un centro diurno per disabili. Ha iniziato a scrivere all’età di diciotto anni, dedicandosi prevalentemente alla poesia; negli ultimi anni si è avvicinato alla narrativa, debuttando con l’opera in concorso “Storie di amori, ansie e allucinazioni”. Già autore della raccolta di poesie “La terra di nessuno (Gruppo Albatros Il Filo, 2005).

 

La trama
fioravanti 2Storie di amori, ansie e allucinazioni è un compendio narrativo delle nevrosi e delle fragilità umane, esemplificato in momenti e in “occasioni” di vita che solo in apparenza spiazzano il lettore, ma che nascondono tutta la complessità e le difficoltà dell’uomo moderno. Venti racconti in cui, con originalità e competenza, Roberto Fioravanti sviscera, fino a scomporle, molte delle tematiche che formano il puzzle della nostra società e del nostro vivere quotidiano, fatto di sogni e liste della spesa, di problemi familiari e social network, di intimità e reality show. Il tutto con una prosa capace di passare dalla concretezza del linguaggio gergale all’evanescenza del sogno, con infinite sfumature intermedie. Un quadro post-moderno dunque, un melting pot mai scontato e banale, dove può accadere di tutto, esattamente come nella vita.

 

“Doppio gioco” apre l’opera e si rivolge direttamente al lettore: la chiave è il forte dualismo presente già nelle prime venti pagine
“Hey lettore, sono qui.”: queste le parole di apertura del prologo, che crea sin da subito un legame diretto con chi, entrando in libreria, sfoglia il libro indeciso se acquistarlo oppure no. “Mi sono chiesto – spiega l’autore – chi leggerà i miei racconti lo farà con occhi diversi dai miei? Così, sfidando chi legge a proseguire la lettura, immagino che riscriva le mie parole posandovi sopra i suoi pensieri e le sue interpretazioni”. Ecco allora che Fioravanti mescola prospettive sperimentalistiche in cui lo scrittore (che chiede di essere letto ndr) e il lettore (che acconsente a sfogliare le pagine del libro ndr) ricoprono ruoli che tendono a confondersi, giocando, appunto, su un forte dualismo narrativo.

 

“Il vuoto”: ansie e allucinazioni, quando le paure reali si traducono in incubi surreali
fioravanti 1“…Con la consapevolezza di poter gestire gli eventi che riguardavano il mio sonno, decisi di sognare”: così dalla sua stanza il protagonista si ritrova in una strada di campagna, un’Alfa 147 nera gli sbarra la via e lo fa cadere a terra, sanguinante e spaventato. Dall’auto scendono due uomini e una donna, si avvicinano e lo sequestrano. Ripartono a tutta velocità, ignorano le grida della vittima, poi sull’orlo di un precipizio, finalmente il risveglio. “I personaggi sono degli antieroi e ciò che gli accade è sempre un’esperienza formativa, la realtà li cambia e li ridimensiona. Possono perdere l’identità (molti non hanno nome ndr) ed è l’azione che li descrive, in un gioco tra reale e surreale in cui i confini tra l’una e l’altra dimensione sono labili”. Eppure in strada davanti alla finestra del protagonista ormai sveglio, si intravede un’Alfa allontanarsi…

 

“Grande centro”: il talk show dei politici improbabili che ai giorni nostri rischia di rendere il paradosso una triste realtà
“I personaggi sono stereotipati e così anche il linguaggio, molto televisivo – spiega l’autore – e vede questi politici protagonisti su un palcoscenico e in diretta tv, discutere di banalità: il problema dell’inquinamento da ‘piscio’ nelle piscine è il fulcro, lasciando passare in secondo piano argomenti come il calo demografico e l’indipendenza della Città delle Donne”. Un ‘To be continued’ lascia presagire che ne leggeremo ancora.

 

L’amore, che per l’autore non va in vacanza, è descritto sotto tutte le sue forme: la più inconsueta ce la racconta ne “Il sequestro”
Se siete scrittori e avete a che fare con la tecnologia del ventunesimo secolo, c’è un oggetto che amerete e proteggerete quasi fosse un essere umano: il vostro computer. Ciò che capita al protagonista del racconto “Il sequestro” è la sventura di lasciare il suo notebook (che ha anche un nome, Osvaldo ndr) in una pizzeria e di trovarsi vittima di un vero e proprio rapimento, con tanto di telefonate canzonatorie e maligne. “Oggi forse potremmo fare questo discorso con il cellulare – sorride Fioravanti – è chiaro che l’oggetto ha una forte componente umana, se così si può dire. Il proprietario tornerà in possesso del suo pc – conclude – ma con una sorpresa. Questo però lo lasceremo scoprire ai lettori”…

 
Il sentimento della trascuratezza: “La tribù dei figli dimenticati” chiude l’opera con gran fracasso
fioravanti 4Ecco che il ruolo di educatore spicca palesemente nelle ultime pagine del libro, con un racconto che vuole e deve fare rumore: uno scrittore (probabilmente il Fioravanti stesso ndr), che fissa un foglio bianco, senza idee e disturbato dai bambini del piano di sopra, che giocano e dunque fanno baccano. Infastidito, decide di salire le scale e mettere fine al chiasso, quando sulla porta legge un cartello: “Benvenuti nel paese dove chi accetta un suo limite si dipinge montagna”. Nessun genitore, solo ragazzini soli, abbandonati da adulti troppo impegnati. “Una critica al popolo dei grandi che, oggi più che mai, trascurano i loro figli e ne affidano l’educazione alla tecnologia e alla tv” – spiega l’autore. Così prende avvio un vero e proprio processo contro l’inquilino del piano di sotto, con l’accusa di essere, anche lui, un adulto inadempiente.

 

Il prossimo incontro, giovedì 4 febbraio, ore 18
L’appuntamento è fissato per giovedì 4 febbraio presso RockaRolla, in via Mazzini 12 a Monterotondo, ore 18, con la presentazione del libro in concorso dal titolo “Con le sembianze di un clown” di Alessandro Martorelli (Valletta Edizioni). Una performance allieterà tutti i presenti.

Rara Piol

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