Caucci – entrato in giunta come riferimento poltiico della componente di Napoleoni – ha comunicato al sindaco la volontà di dimettersi nella giornata di venerdì 29 gennaio, e già oggi – mercoledì 3 febbraio – potrebbe essere nominato il suo sostituto.
Lo strappo di Napoleoni
Napoleoni aveva consegnato e protocollato le sue dimissioni alle 12 di lunedì 1 febbraio: “Perché ritengo – ha commentato – di essere più utile tra i banchi del Consiglio che come presidente, ho bisogno di ritrovare la mia autonomia e libertà”. Anche se, appare evidente, che per maturare questa scelta ci siano motivazioni ben più grandi: “Non credo nell’uomo solo al comando – prosegue – credo che il diritto alla critica sia sacrosanto, e credo che il rispetto soprattutto per le idee altrui sia un elemento imprescindibile per chi pensa alla politica come contributo alla città, e non per ottenere visibilità o altre forme di potere”.
Da vedere come si comporterà in aula adesso un Napoleoni dall’atteggiamento dissidente rispetto al resto della maggioranza, dove tra l’altro compaiono tre suoi colleghi di lista come Maria Rosaria Cecchetti, Stefano Pacifici e Marta Passariello, tutti eletti con “Progetto Tivoli”.
“In passate amministrazioni – spiega – è successo che consiglieri di opposizione abbiano potuto votare a favore delle delibere di maggioranza e viceversa. Io laddove vengano portati in aula provvedimenti in linea con la mia storia politica, con il progetto della città presentato alle elezioni, non potrò che votare a favore. Altrimenti farò diversamente”.
Se quello di cui ha bisogno Napoleoni è tornare a dire la sua in aula, cosa che la carica di presidente del consiglio comunale non gli permetteva di fare, viene da chiedersi il perché l’abbia accettata una volta insediato il governo della città: “Per un motivo semplice – risponde – in quel momento non c’era nessuno in grado di farlo. Quindi ho accettato. Ora spero che chi mi succederà porti avanti il buon lavoro che è stato svolto in questimesi”.