Tivoli – 75 anni fa nasceva Little Tony: la vera storia delle sue origini tiburtine

Un grande lutto per il panorama artistico italiano che con la scomparsa di Little Tony ha perso uno dei cantanti protagonisti della scena musicale dalla fine degli anni Cinquanta fino alla prima decade del ventunesimo secolo.

Per ricordare Little Tony nel giorno di quello che sarebbe stato il suo 75esimo compleanno, pubblichiamo un articolo uscito su Tiburno del 4 giugno 2013 dedicato alle origini tiburtine di Antonio Ciacci.

 

 
 

Nacque per strada in via Maggiore davanti alla Fontana di Gemma

Ufficialmente era nato all’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, ma pochi sanno il retroscena che caratterizzò la sua nascita. Era il 9 febbraio del 1941 e la famiglia Ciacci viveva a via San Valerio, nel rione San Paolo. Papà Novino, tiburtino doc classe 1906, cantante e chitarrista conosciuto e stimato specie nei ristoranti della Capitale e dei Castelli, mamma Candida Latini, casalinga e tiburtina doc anche lei classe 1916, avevano già Alberto, il maggiore dei figli nato il 5 luglio del 1938.
little tony1I cugini di primo e di secondo grado oggi svelano invece che Antonio Ciacci venne al mondo davanti alla cosiddetta Fontana di Gemma nell’allora via Maggiore, oggi via Domenico Giuliano, all’altezza di via dei Sosii. Insomma fece prima “Tony” che mamma Candida a raggiungere a piedi l’ospedale di via Parrozzani. 

Altri tempi, i tempi di una Tivoli povera, che nel 1944 – due anni dopo la nascita di Enrico, l’altro fratello di Little Tony – sarebbe finita sotto i bombardamenti, una Tivoli in cui i Ciacci si erano imparentati con una dozzina di famiglie della “Superba”. D’altronde, Novino – il papà dell’artista – era l’ultimo di nove fratelli che nell’ordine risultano Nullo, Assunta, Marino, Marina, Rosina, Gianna, Settembrino, Alba e Maria. Nove figli di Giuseppe, uno scalpellino che a inizi ‘900 insieme al fratello Luigi, arrivò a Tivoli passando prima per Roma direttamente da San Marino.

little tony2In provincia i capostipite dei Ciacci acquistarono due appezzamenti di terra tra Ponte Lucano e la zona del Barco, una miniera d’oro per Luigi divenuto presto uno dei maggiori cavatori del territorio che finì col nominare capo cantiere Giuseppe, quando nel suo sito il travertino da estrarre non ce n’era più.
Il travertino, l’acqua solfurea, Tivoli e San Marino, la musica: tutte costanti nella vita di Antonio Ciacci. Del piccolo Stato tra Emilia Romagna e Marche l’artista era cittadino grazie alle origini di nonno Giuseppe, una questione burocratica che ha creato più di qualche equivoco nella “Superba”.
In realtà, il suo “cuore matto” aveva iniziato a battere a Tivoli e per la città ha continuato a battere nel tempo. Lo dimostrano le sue partecipazioni negli anni Sessanta e Settanta alle serate di beneficenza presentate da Corrado e organizzate nell’allora Teatro Italia di piazza Garibaldi a favore del “Villaggio Don Bosco”. Serate insieme al cugino carnale Bruno Ancona, lo storico carrozziere di largo Nanino e fondatore del gruppo “The 5 Juke Box”.
Lo dimostrano i concerti, i raduni delle Ferrari e le iniziative realizzate con l’associazione Rione San Paolo che nel 1996 gli assegnò il premio cittadino illustre e quelle per i ragazzi di Don Nello.

“Era legato alla nostra realtà – commenta don Benedetto Serafini – e devolveva all’istituto l’incasso di ogni concerto tenuto in zona, conoscendo bene l’aiuto rivolto ai giovani in difficoltà. Tony era una persona piena di vita che si era fatta da sé, molto devota alla Madonna del Divino Amore: è morto stringendo tra le mani la sua immagine”.

Marcello Santarelli

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