Nelle prossime settimane, fino al 28 febbraio, un ricco programma di manifestazioni coinvolgerà Tivoli, Bagni, Villa Adriana e Campolimpido con sei sfilate di carri allegorici, evento questultimo particolarmente atteso non solo in città ma anche nellhinterland tiburtino.
In attesa che la festa abbia inizio, eccovi qualche curiosità sul Carnevale di Tivoli e la sua storia.
– Al cardinale Ippolito dEste, colui che fece edificare la villa omonima con tutte le sue meraviglie architettoniche ammirabili ancora oggi in tutto il loro splendore, viene attribuito il merito di aver fatto conoscere i riti del Carnevale alla popolazione di Tivoli. Alla stregua di altri eminenti membri del clero dellepoca, il cardinale dEste si circondava di personaggi appartenenti al rango nobiliare o allalto borghesia di Roma, città nella quale le usanze carnevalesche erano già praticate in epoca rinascimentale. Alcune di queste personalità venivano invitate dal prelato nella sua lussureggiante residenza tiburtina nel periodo pre quaresimale e qui festeggiavano il Carnevale con balli e feste in maschera, coinvolgendo anche gli abitanti del luogo.
– E la festa di SantAntonio, a metà gennaio, a dare inizio al periodo carnevalesco tiburtino. In passato, protagoniste di tale avvenimento erano le cosiddette Ghiogghiare ovvero gruppi di giovani donne che attraversavano le vie cittadine con tamburelli e triccheballacche. La confusione che si generava, serviva ad avvisare gli abitanti che il Carnevale era iniziato e che, finalmente, era giunto il momento di cominciare a far festa fino allinizio della Quaresima.
– Tra Sette e Ottocento, le manifestazioni del Carnevale tiburtino si svolgevano in gran parte in Piazza Domenico Tani, sede del mercato cittadino. Qui avveniva lavvenimento clou dei festeggiamenti ovvero laccensione di un pupazzo di carta, rappresentazione allegorica del Carnevale stesso. Il rogo di un totem o di altre riproduzioni realizzate in materiale infiammabile costituisce tuttora uno dei rituali in stile carnevalesco più praticati specie nei piccoli centri di tutta Italia.
– Le prime sfilate di carri allegorici furono realizzate, a Tivoli, negli anni seguenti allUnità di Italia. Già in quel periodo, levento richiamava una grande folla di spettatori, affascinati dalla possibilità di assistere a uno spettacolo inconsueto e strabiliante che, in Italia, fu introdotto dalla città di Viareggio, capitale mondiale del Carnevale, nel 1873. La tradizione dei carri subì, inevitabilmente, uninterruzione durante le due guerre mondiali. Dagli anni Cinquanta, le sfilate, allestite dai comitati costituiti ad hoc per il Carnevale, ripresero con grande entusiasmo fino ai giorni nostri nonostante qualche sospensione dovuta a motivi organizzativi.
– La maschera simbolo del Carnevale di Tivoli è lo Zibaldone, un personaggio che, come altri, con il suo aspetto non convenzionale, rappresenta il divertimento e lallegria ovvero gli elementi fondamentali del periodo carnevalesco. Le caratteristiche principali dello Zibaldone sono gli eccentrici pantaloni a pois, la pancia sporgente e uneccentrica capigliatura bionda che contrasta con il volto truccato.
Alessandro Bianchi