CASTEL MADAMA – Le fototrappole immortalano volpe rossa, capriolo e gatto selvatico

Il progetto dell'Università Agraria (Video e montaggio di Nicolò Borgianni)

Dal 2017 l’Università Agraria di Castel Madama ha avviato il monitoraggio della fauna attraverso la tecnica del “fototrappolaggio”. La fototrappola è costituita da una macchina fotografica azionata automaticamente da un sensore termico, in grado di rilevare un corpo caldo che entra nel suo raggio di azione. Vedi il video.
Si ottengono così immagini e video di animali altrimenti difficili da osservare e rilevare. L’obiettivo è infatti quello di rilevare e monitorare la presenza di specie faunistiche senza arrecare loro alcun disturbo. Il progetto è stato realizzato da Nicolò Borgianni, biologo specializzato in Ecobiologia, il quale, negli anni, ha raccolto centinaia di video, notturni e diurni, identificato e classificato le specie presenti nel nostro territorio. Questo progetto ci ha permesso di scoprire la presenza di animali inaspettati e difficili da vedere come il capriolo, il gatto selvatico ed il lupo. Possiamo affermare che la presenza di questi animali, alcuni in via di estinzione, è una presenza costante che arricchisce la biodiversità delle nostre terre civiche. Il “fototrappolaggio” fa parte di un progetto più grande “IL FUTURO HA UN CUORE ANTICO”, progetto con cui l’Università Agraria ha stretto un protocollo d’intesa con l’Istituto Comprensivo di Castel Madama e che vede, ormai da 5 anni, come protagonisti i nostri bambini delle classi della scuola elementare e media. Tale progetto nasce dall’esigenza, oltre che dal dovere, dell’Università Agraria di collaborare con la scuola al fine di mantenere viva la cultura ed i saperi della civiltà contadina e permettere ai bambini di conoscere ed imparare attraverso l’esperienza sul territorio arricchendo e rinforzando ciò che già studiano sui libri.
DI SEGUITO LA LISTA, IN ORDINE DI APPARIZIONE, DELLE SPECIE PRESENTI NEL VIDEO:
CAPRIOLO: piccolo ungulato che si alimenta prevalentemente di germogli e bacche, predilige ambienti aperti alternati ad habitat boschivi. Fino a poco tempo fa era raro avvistarlo sulle nostre montagne poiché la popolazione era notevolmente diminuita in seguito alla forte pressione venatoria.
VOLPE ROSSA: canide di medie dimensioni, dal colore rosso vivo e la coda folta, che viene utilizzata anche per mantenere costante la temperatura corporea durante le fredde notti invernali. Predatore opportunista, si alimenta anche di frutti e bacche.
GATTO SELVATICO: fantasma dei boschi appenninici, un tempo creduto estinto nella maggior parte delle montagne del centro e del nord Italia, sembra lentamente riprendere terreno. Vive in boschi di latifoglie ed evita aree innevate che costituirebbero un ostacolo per la caccia. Al contrario di quanto spesso si pensa il gatto selvatico europeo non è l’antenato del nostro gatto domestico, che discende invece dalla sottospecie africana (Felis silvestris lybica).
TORDO BOTTACCIO: turdide di ambienti collinari e montani, si ciba prevalentemente di invertebrati e bacche e la sua attività è perlopiù notturna, è raro infatti avvistarlo con la luce del giorno.
GHEPPIO COMUNE: falco di piccole dimensioni che colonizza facilmente anche aree antropizzate. Si nutre di insetti, piccoli mammiferi ed altri uccelli, ed è frequente osservarlo mentre effettua lo “spirito santo”, una tecnica di volo in cui il rapace rimane fermo in aria perlustrando l’area in cerca di una preda.
FAINA: mustelide dalle abitudini notturne, che si nutre di frutta, miele (è immune alle punture di api e vespe), invertebrati e piccoli vertebrati. Animale notturno e solitario, marca frequentemente il proprio territorio per scoraggiare possibili invasori.
CINGHIALE: progenitore del maiale domestico, il cinghiale è una presenza ormai frequente in tutta Italia, arrivando a colonizzare anche aree fortemente urbanizzate. La sua dieta comprende materiale vegetale e animale e la sua presenza può essere dannosa se in numero troppo elevato. L’unico controllo naturale del cinghiale in Italia risulta essere il lupo appenninico, suo grande predatore.
LUPO: il lupo appenninico sta lentamente tornando ad occupare tutto lo stivale dopo essere arrivato molto vicino all’estinzione negli anni ’70. Attraverso il divieto di caccia e senza alcuna reintroduzione da parte dell’uomo infatti il lupo è riuscito a riconquistare terreno, seguendo le sue principali prede (i cinghiali) ormai divenuti abbondanti. Molto difficile da osservare di giorno a causa della sua grande elusività, è possibile verificare la sua presenza dalle “fatte”, ovvero escrementi ricchi di pelo di cinghiale tipici della specie.
LUCERTOLA CAMPESTRE: piccolo rettile presente dal livello del mare a quote collinari, predilige ambienti aperti e assolati. Durante il corteggiamento i maschi spesso afferrano la femmina per bloccarla e invogliarla alla copula.
GHIANDAIA: corvide molto intelligente e dalla dieta onnivora, in cui però le ghiande costituiscono circa la metà del totale. La ghiandaia è in grado di stipare il cibo in eccesso in centinaia di nascondigli diffusi in un areale che può arrivare a 20 km, e cosa ancor più incredibile memorizza perfettamente la posizione di ciascuno di loro.
CUCULO: uccello diffuso dall’Europa all’Asia, noto per il suo parassitismo di cova. Il cuculo infatti depone l’uovo nel nido della specie ospite, alla nascita il pullo si sbarazzerà delle altre uova non ancora schiuse rimanendo nel nido come unico ospite per essere nutrito e cresciuto dai suoi genitori adottivi.
CAVALLO DOMESTICO: discendente del cavallo selvatico delle steppe eurasiatiche, il cavallo domestico vive allo stato semi-brado in numerose località italiane, dove concorre al mantenimento degli spazi aperti grazie alla sua notevole voracità.
(dal sito dell’Università Agraria di Castel Madama – Video e montaggio Nicolò Borgianni)
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