Proprio in queste ore Governo e sindacati si stanno parlando circa lo sblocco dei licenziamenti che scatterà domani 30 giugno. In sintesi, Draghi e i ministri intendono prorogare il divieto di licenziare al 31 ottobre, solo per le aziende grandi dei settori tessile e della moda, attraverso un apposito decreto legge. Dal 1° luglio, queste imprese potranno avvalersi di ulteriori 17 settimane di cassa integrazione Covid gratuita. Inoltre, ci dovrebbero essere altre 13 settimane di cassa integrazione straordinaria per tutte quelle aziende in crisi, a patto di non effettuare licenziamenti. Ma l’allarme riguarda tutte quelle ditte, piccole e medie, che non rientrano in queste visioni e, in base all’allarme lanciato dalla Cgil, nel Lazio sono a forte rischio licenziamento circa 60mila lavoratori dei comparti dei servizi, della ristorazione, dell’ospitalità, del commercio, del turismo e di tutto il suo indotto, ovvero tutte aziende che non riusciranno a ritornare ai livelli pre-Covid in tempi rapidi e per le quali recuperare quanto perso durante la pandemia è al momento una vera e propria illusione: si tratta di tutti quegli addetti che perderanno il lavoro all’indomani del 30 giugno, e per tale motivo non potranno usufruire più ovviamente della cassa integrazione. La soluzione, non solo per la Cgil, ma per tutti i sindacati, è parlare di licenziamenti solo quando, e se, ci sarà una ripresa, mantenendo gli ammortizzatori sociali. In caso contrario, il risultato sarà una marea di persone inghiottite dall’onda nera della disoccupazione, con poche prospettive di trovare un’occupazione.