TIVOLI - Delitto in frutteria, l’assassino è matto ma verrà processato

Il 29 giugno 2020 Ahmed Badr uccise a coltellate Said: il 20enne davanti alla Corte d’Assise per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Escluso l’ergastolo, può cavarsela con 10 anni di reclusione nella Rems

E’ uno “svitato” e lo era anche al momento del delitto, per cui è un processo destinato a concludersi col proscioglimento dell’imputato e la reclusione per dieci anni in una Rems, la Residenza per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza. Martedì 22 giugno è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione Ahmed Badr, il ragazzo egiziano di vent’anni che lunedì pomeriggio 29 giugno del 2020 uccise a coltellate senza motivo il 28enne connazionale El Said Abdelsalam Abdelbaky Elkoumy davanti al suo negozio “L’Angolo della Frutta” di via Sardegna a Villa Adriana. Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Tivoli Chiara Miraglia ha accolto la richiesta del pubblico ministero Giuseppe  Mimmo fissando l’inizio del processo al prossimo 18 ottobre davanti alla I^ Sezione della Corte d’Assise di Roma.

Secondo l’accusa Badr aveva un coltello con sé, per questo gli viene contestata l’aggravante della premeditazione che prevede l’ergastolo ma in base alla legge 33/2019 del Governo Conte preclude al Gup il pronunciamento di una sentenza di proscioglimento per incapacità di intendere e di volere al momento del fatto con conseguente applicazione di una misura di sicurezza per dieci anni presso una struttura psichiatrica. Il Giudice Miraglia ha quindi rigettato la richiesta di processo con rito abbreviato.

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Agli atti del processo c’è la perizia dello psichiatra Stefano Ferracuti, il consulente nominato dal pubblico ministero Giuseppe Mimmo in sede di incidente probatorio per verificare le condizioni di salute mentale di Ahmed Badr. Secondo Ferracuti, il 20enne egiziano èm affetto da vizio totale di mente, incapace di intendere e di volere al momento del fatto, perché un delirio dispercettivo avrebbe originato il delitto. Tuttavia, a parere dello psichiatra, il ragazzo è capace di stare in giudizio. Badr è detenuto nel Reparto psichiatrico di Rebibbia, anche perché già durante l’interrogatorio di garanzia del 3 luglio 2020 dimostrò segni di squilibrio davanti ai magistrati, confessando il delitto e rivelando di sentire delle voci nelle orecchie.

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Durante le indagini è emerso che dal 2019 l’omicida era in cura presso il Centro d’Igiene Mentale di Palestrina come paziente affetto da sindrome schizofrenica paranoide, ma elementi riconducibili alla patologia risalirebbero anche al 2018. La stessa sindrome è stata confermata da una relazione del Dipartimento di Salute mentale del carcere di Rebibbia che ne ha certificato pure un atteggiamento fatuo, di delirio di influenzamento somatico e di allucinazioni uditive, con forma del pensiero povera e contorta, con tono dell’umore congruo alle tematiche deliranti del pensiero e con assenza di consapevolezza di malattia, oltre che dell’accettazione di terapia con finalità ipnoinducente.

I fratelli di Said Elkoumy si sono costituiti parte civile nel processo.

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