Cerreto, L’ultimo abbraccio a Don Timothy

Sarà sepolto in Tanzania. Il dolore dei parrocchiani: "Ci mancherà"

Don Timothy Mwanjonde sarà sepolto in Tanzania, il suo paese. Il sacerdote di Cerreto Laziale morto il 20 gennaio all’età di 45 anni, tornerà a giorni dalla famiglia, straziata dal dolore. Anche per i parrocchiani è un momento difficile. “Ci mancherà”, continuano a ripetere. “Don Timothy era una guida speciale”, lo ricorda la sindaca Gina Panci. A strappare in pochi mesi Don Timothy (in foto) alla comunità religiosa della Diocesi di Tivoli una malattia incurabile. I funerali celebrati dal vescovo Mauro Parmeggiani si sono svolti a Subiaco il 21 gennaio. Lo stesso giorno il carro funebre ha stazionato nella piazza di Cerreto per una preghiera collettiva, un momento toccante per il piccolo borgo della Valle del Giovenzano, a pochi chilometri da Tivoli. “Maria, la Madonna delle Grazie tanto venerata nella tua Cerreto”, ha detto il vescovo di Tivoli, “ti presenti al Padre con l’amore di una Madre affinché ti sia concessa la pace eterna”.

Don Timothy Andulile Mwanjonde è tornato alla Casa del Padre

 

LA LETTERA

La sindaca ha scritto parole d’affetto, attraverso di lei l’abbraccio della comunità.
Caro Don, così mi piaceva chiamarti quasi che il tuo nome, la cui etimologia è “colui che onora Dio”, mi imbarazzasse, avevamo sperato, avevamo creduto che ti avremmo rivisto, che saresti tornato ad essere il nostro Pastore.
Invece il Signore Ti ha voluto con Lui, Ti ha chiamato per la seconda volta a sé. Inutile dire come la Tua scomparsa, prematura, improvvisa, inaspettata ha destato in noi sgomento ed è motivo oggi di dolore e sconforto per tutto il nostro territorio e in particolare per la Tua comunità.
La Comunità di Cerreto che oggi ha perso un importante punto di riferimento. Una tragica fatalità che non comprendiamo e che ci fa porre domande a cui non sappiamo dare una risposta.
Quasi increduli Ti ricordiamo nella Tua autorevolezza, come una guida spirituale di sconfinata cultura e profonda umanità e come punto riferimento di una comunità che affronta l’inizio del nuovo anno orfana di un Padre.
Don, eri un sacerdote dotato di una “pietas” non comune, lontano da certi stereotipi che vogliono a tutti i costi inquadrare anche gli uomini di Dio sulla base di logiche politiche o ideologiche. Al primo posto, per Te, c’erano la chiesa e le persone.
Di Te ci mancheranno la testimonianza di una fede semplice ma allo stesso tempo colta, e la profonda umanità discreta e senza enfasi. Credo che per cercare di capire qualcosa della Tua vita, che solo Dio può giudicare e che solo a Lui possiamo affidare in una preghiera affettuosa, non ci si possa fermare alle apparenze: bisognerebbe, invece, poter andare fino in fondo alle motivazioni che l’hanno ispirata. Ma solo Dio legge nel cuore dell’uomo. Nella Tua vita hai potuto constatare di persona quanto possa essere impegnativo un amore come quello che descrive San Giovanni, e Tu l’hai saputo vivere in silenzio e con obbedienza, anche quando non sei stato capito.
La volontà del Signore non si dimostra con le parole ma con i fatti concreti di ogni giorno, con la propria vita, ci ripetevamo. E nella Tua vita abbiamo visto il Tuo grande amore per la Chiesa, lo abbiamo visto nelle tante incomprensioni che hai vissuto in silenzio.
Il Tuo sacerdozio non è stato privo di difficoltà, specialmente in questo periodo di pandemia, lo sappiamo. Quante volte abbiamo litigato, quante volte ci siamo trovati in contrasto: abbiamo discusso, discutevamo per la tua estrema obbedienza che non Ti consentiva di esaudire i desiderata di tutti.
Si perché noi eravamo, noi siamo tanti e Tu eri uno solo. L’abbiamo capito, sai Don, ed abbiamo imparato a conoscerTi meglio: quel che col tempo emergeva, dietro al Tuo apparente rigore, era un animo devoto alla sua missione pastorale e all’obbedienza che il suo ruolo comportava. Come tutti noi, avevi le Tue battaglie, le Tue responsabilità, le Tue fragilità, ma pur facendoTi carico di tutto questo, hai portato avanti con tutte le Tue forze il Tuo servizio verso il prossimo e verso la nostra comunità. Come non esserti riconoscenti.

Sai Don, l’altra sera ripensando ai tanti momenti vissuti insieme a Te e alla comunità anche prima di questo maledetto covid, ho risentito la bellezza dell’essere Cristiano, dell’appartenenza ad una comunità, l’emozione dell’essere Unito ad altri fratelli.
Grazie anche per questo, grazie per averci privilegiato del Tuo sorriso e della Tua sapienza, del Tuo professare Cristo con la disarmante e dirompente forza della semplicità e del sorriso. Oggi, Don, ci sentiamo più soli, sei tornato alla casa del Padre. Cristo ti ha chiamato a sé, questa è la nostra certezza; ma siamo altrettanto certi che dal cielo continuerai a vegliare su di noi e a proteggerci tra le Tue grandi braccia.
Noi, dal canto nostro, non Ti dimenticheremo mai nelle nostre preghiere. Buon viaggio Don”. Firmato anche a nome della comunità di Cerreto

Condividi l'articolo:
LEGGI ANCHE  Frode fiscale e autoriciclaggio, sequestrato un patrimonio da 6 milioni di euro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.