GUIDONIA – Il Comune si rimangia i permessi, capannone a rischio

A distanza di anni i funzionari comunali scoprono che l’area è vincolata e manca l’autorizzazione della Soprintendenza. E ora chi paga i danni?

Prima ha rilasciato la concessione edilizia, ma a distanza di cinque anni ha scoperto che l’area sarebbe sottoposta a vincolo paesaggistico e che la Soprintendenza non avrebbe mai dato il via libera. Per questo il Comune di Guidonia Montecelio ha avviato il procedimento di annullamento in autotutela dei permessi di costruire rilasciati per il capannone industriale di via della Pietrara 178, a Guidonia Centro.

La vicenda emerge dal parere numero 350 espresso lunedì 14 febbraio da parte del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato dalla “Das Idrotecnica Srl”, società che opera in locazione nello stabile di via della Pietrara. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché puntava all’annullamento di un atto endo-procedimentale e privo di qualsiasi effetto lesivo nei confronti dell’azienda guidoniana.

L’atto in questione è la nota firmata il 23 ottobre 2018 con la quale l’allora dirigente all’Urbanistica Paola Piseddu comunicava all’azienda l’avvio del procedimento di annullamento in autotutela dei permessi di costruire in sanatoria numero 363, 364 e 365 del 29 luglio 2013 e della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) dell’11 novembre 2004.

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A marzo 2018 fu la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma a notare che per il capannone non era stata rilasciata alcuna autorizzazione paesaggistica. Per cui fu richiesto al Comune di fornire l’eventuale copia del via libera. L’ex dirigente Piseddu rispose alla Soprintendenza di non aver rinvenuto nel fascicolo alcuna autorizzazione pertanto avviò la procedura di annullamento in autotutela nei confronti della “Das Idrotecnica Srl”.

Da parte sua l’azienda davanti al Consiglio di Stato ha fatto presente di essere semplicemente l’utilizzatrice del capannone, mentre il proprietario è il “Microcredito Italiano Spa”, azienda che opera nel settore Finanziamenti, garanzie e gestione del credito commerciale. La “Das” ha inoltre rilevato dati catastali errati riferiti al fabbricato, come sbagliate sarebbero anche le date di rilascio dei permessi che il Comune intende annullare. L’azienda ha fatto presente che il vincolo paesaggistico sarebbe stato apposto successivamente all’edificazione del fabbricato e dopo la richiesta di concessione in sanatoria, invocando l’articolo 32 della legge 47/1985 che non prevederebbe l’acquisizione del parere favorevole della Soprintendenza.

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Il punto forte della “Das” appare l’ultima contestazione: ovvero, se il parere paesaggistico non è stato acquisito a suo tempo, ciò è dipeso esclusivamente dal Comune che non può dolersi a posteriori di una propria condotta.

A questo punto, l’amministrazione comunale quali azioni adotterà? L’attuale dirigente all’Urbanistica Cristina Zizzari annullerà i permessi?

In tal caso, il proprietario sarà parte lesa e chiederà un risarcimento danni milionario.

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