GUIDONIA – Contratto smarrito, il Comune non paga la ditta appaltatrice

Il caso della fallita “Ssdi” che dal 2014 al 2017 ha gestito le pratiche di condono edilizio: deve incassare ancora 67 mila euro, ma negli uffici non si trovano i documenti

Fino al 2016, quando era in carica la precedente amministrazione di Centrodestra, le fatture sono state sempre pagate. Ma col commissariamento prima e il cambio della guardia al governo della città poi, la ditta non ha visto più un centesimo.

E’ il singolare caso della “S. S. D. I. Sistemi & Soluzioni Documentali Integrate Srl”, azienda che nel 2014 al Comune di Guidonia Montecelio si aggiudicò il servizio triennale di assistenza tecnica per la definizione delle pratiche di condono edilizio, e che nel 2018 è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Roma. Oggi la commercialista Emanuela Sensi, nominata dal Tribunale Curatore del Fallimento “S. S. D. I.”, è alle prese con l’amministrazione 5 Stelle-Pd per ottenere il pagamento di 66 mila 838 euro e 58 centesimi, soldi fondamentali per liquidare i creditori.

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Ieri, mercoledì 2 marzo, la commercialista ha incassato dal Tar del Lazio 1.500 euro di spese legali sostenute per presentare ricorso e farsi consegnare dall’amministrazione comunale tutta la documentazione, dal capitolato d’appalto al contratto, dalle determine dirigenziali ai mandati di pagamento e le relative quietanze.

Così, con la sentenza numero 2485, il Tar ha annullato il diniego tacito tenuto dall’Ufficio Urbanistica davanti all’istanza di accesso agli atti del curatore fallimentare, mettendo a nudo una situazione paradossale. In Tribunale l’amministrazione Barbet ha prima sostenuto di non aver rinvenuto copia del contratto di affidamento del servizio, poi ha attestato che il contratto non sarebbe mai stato stipulato. In particolar modo è emerso che il dirigente all’Urbanistica Cristina Zizzari ha attestato di non aver rinvenuto il contratto e di aver inviato una richiesta al Segretario Generale Livia Lardo, la quale a sua volta il 19 gennaio scorso in una mail di risposta ha rappresentato che il contratto tra la ditta e l’Ente non risulta neppure mai stipulato.

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Un rimpallo di responsabilità affatto giustificato dal Tar del Lazio: i giudici hanno sentenziato che un’amministrazione pubblica è obbligata a conservare i documenti, oppure ad attestarne l’inesistenza. In entrambe i casi l’Ente non può sottrarsi all’obbligo di garantire al privato cittadino l’accesso agli atti.

Il Tar ha concesso 30 giorni di tempo al Segretario generale per redigere una relazione in cui attesti se il contratto della “S. S. D. I. Sistemi & Soluzioni Documentali Integrate Srl” sia stato smarrito o non sia mai esistito.

Per incassare i 66 mila 838 euro e 58 centesimi c’è ancora tempo.

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