GUIDONIA – Tragedia aerea, le possibili cause: guasto, malore o errore?

L’indagine tecnica della Procura di Tivoli si presenta complessa

Perché si sono scontrati i due aerei militari precipitati al suolo a Guidonia Montecelio?

E’ il nodo da sciogliere per la Procura di Tivoli che per la morte del Tenente Colonnello Giuseppe Cipriano e del Maggiore Marco Meneghello ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro aereo colposo.

Le indagini sono state delegate alla Polizia di Stato.

L’Istituto di Medicina legale dell’università “La Sapienza” consegnerà nei tempi stabiliti dal magistrato i risultati delle autopsie per stabilire le cause dei decessi, mentre i consulenti esperti in cinematica e meccanica certificheranno dinamica dello scontro ed eventuali guasti tecnici.

Al momento è noto soltanto che i due ufficiali del 60esimo Stormo con base all’aeroporto militare “Alfredo Barbieri” erano piloti molto esperti.

Il Tenente Colonnello Cipriano aveva all’attivo 6000 ore di volo, il Maggiore Meneghello 2600 ore, entrambi avevano effettuato anche operazioni fuori dai confini nazionali.

Quella di martedì mattina 7 marzo era un’esercitazione con quattro aerei Siai 208, una missione addestrativa pre-pianificata in vista della manifestazione del 28 marzo prossimo per il Centenario dell’Aeronautica militare.

Cipriano e Meneghello volavano in formazione sui cieli di Guidonia coi numeri identificativi 3 e 4, gli altri due colleghi coi numeri 1 e 2.

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Durante la conferenza stampa tenuta martedì pomeriggio il Generale di Squadra Aerea Silvano Frigerio ha spiegato che i velivoli erano decollati 45 minuti prima dalla pista del “Barbieri” ed erano in fase di atterraggio.

Ma cosa è successo davvero nei cieli sopra Guidonia?

Il Generale non ha fatto mistero che i Siai 208 guidati da Cipriano e Meneghello sono entrati in collisione prima di precipitare rispettivamente.

Uno nei campi lungo viale Roma, a nemmeno 100 metri dalla nuova stazione ferroviaria di Guidonia in costruzione.

L’altro tra le abitazioni di via delle Margherite, esplodendo sull’auto di Fabrizio Fiore, il testimone scampato miracolosamente alla morte.

I due piloti sono deceduti tra le fiamme nonostante il disperato intervento dei vigili del fuoco supportati dai volontari della Protezione civile “NvG” e “VvAa”.

Come scrive su Panorama il giornalista esperto di aviazione Sergio Barlocchetti, l’inchiesta tecnica della Procura appare complessa e potrebbe anche non arrivare mai alla verità.

Ci vorrà tempo per analizzare e capire.

Uno dei due piloti è stato colto da malore?

Potrebbe rivelarlo l’autopsia. Potrebbe, il condizionale è d’obbligo.

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Un velivolo ha urtato l’altro per un errore di manovra durante la fase di atterraggio?

E’ un’ipotesi plausibile, considerato che i due ufficiali non sono più riusciti a controllare i comandi e i due aerei sono precipitati quasi in verticale.

Dei due Siai 208 restano i rottami di due velivoli gloriosi di 40-50 anni fa, aerei ben manutenuti che svolgono compiti di collegamento, addestramento, esercitazioni, traino alianti militari, voli di ambientamento nei corsi di cultura aeronautica.

Due aeroplani sui quali si sono formate generazioni di piloti, senza che sia mai avvenuta una tragedia.

Stavolta è accaduta sui cieli di Guidonia, in quello che viene considerato lo spazio aereo del “Barbieri”, attorno al quale è stato fondata la Città aeronautica, la terza più grande del Lazio per numero di abitanti, durante un sorvolo in formazione.

E’ accaduta, sono deceduti il Tenente Colonnello Giuseppe Cipriano e il Maggiore Marco Meneghello e non si può far finta di nulla.

Come non vanno ricercate colpe in due piloti esperti, vittime di un addestramento militare.

“Cieli Blu”, dicono in aviazione, che la terra sia loro lieve.

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