Il pluripregiudicato Cascalisci è stato trovato senza vita nel Reparto detentivo dell’ospedale Molinette di Torino dove era presente per ovviare ad alcuni esami medici, come riportato dal Sappe. I primi dati raccolti favoriscono la tesi del suicidio ma, come di prassi, è stata disposta l’autopsia per stabilire le esatte circostanze.
AGGIORNAMENTO 28 AGOSTO – L‘ipotesi del suicidio, ancora da confermare come riportato sopra, non convince i famigliari di Cascalisci che hanno presentato una denuncia per omicidio.
L’ARRESTO DELL’8 MARZO 2017 DEL SODALIZIO DELLA DROGA – Cascalisci lo scorso 8 marzo è balzato alla cronaca locale, e non solo, nel corso della esecuzione delle 39 ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica.
All’alba di quel mercoledì Tivoli fu svegliata dal caos di quella che sembrava essere una scenografia da film, elicottero ad illuminare le strade -successivamente interdette al traffico per diverse ore- per permettere la cattura dei membri della fitta rete che controllava le piazze dello spaccio di Tivoli e Villanova. Grazie alle indagini, e alle precedenti intercettazioni, i carabinieri ricostruirono le fila dell’organizzazione che aveva i tratti tipici di una “cosca” per via di “determinati ideali e valori criminali”. Uno schema piramidale dove alla base vi erano ragazzi del territorio, ognuno con un ruolo e un incarico specifico, e ai vertici Giacomo Cascalisci e i suoi “colonnelli”, i pregiudicati Cristian D’Andrea detto “Bixio” di Tivoli e Massimo Piccioni di Villanova.
Spaccio, controllo del territorio, organizzazione di spedizioni punitive e minacce alle forze dell’ordine erano all’ordine del giorno.
Vale la pena ricordare che Cascalisci e D’Andrea furono anche protagonisti di un’indagine del 2014, ad opera del Commissariato di Polizia di Tivoli, che portò a decapitare l’allora cupola dello spaccio di zona.
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