MONTEROTONDO – La comunità eretina ricorda Angelo Frammartino

A 17 anni dalla tragica scomparsa, il suo nome e le sue azioni continuano a vivere

Il 10 agosto del 2006 i sogni e le speranze di Angelo Frammartino venivano infranti da un efferato assassinio. Il giovane, recatosi a Gerusalemme per alleviare le sofferenze di bambini e ragazzi martoriati dalla guerra, fu ucciso per un tragico scambio di persona.
Oggi, nel giorno del 17esimo anniversario dalla sua morte, il Comune di Monterotondo ne celebra il ricordo:

In memoria di Angelo Frammartino, cuore generoso strappato troppo presto alla vita, mentre donava sorrisi, speranze e preziosi momenti di serenità ai bambini di Gerusalemme est. I valori e i sogni che lo hanno guidato – fratellanza, solidarietà e pace – rappresentano una eredità da custodire e praticare nel nostro vivere quotidiano, sempre viva nella coscienza cittadina. La comunità monterotondese nel suo ricordo abbraccia con affetto la famiglia, agli amici e i compagni“.

Le opere e gli intenti di Angelo Frammartino sopravvivono grazie alla fondazione onlus a lui intitolata. La sua memoria è affidata all’istituto superiore e alla piazza che portano il suo nome.

Il sindaco Riccardo Varone: le sue idee un lascito

A volte, in questi anni, mi sono chiesto, provando a immaginare Angelo “da grande”, quale persona sarebbe diventata se la mano assassina e avventata di un fanatico non avesse lacerato il suo futuro, portandosi via la vita così come l’aveva conosciuta, quel maledetto 10 Agosto di diciassette anni fa.

Oggi Angelo sarebbe stato un uomo di quarantuno anni. Non so quali scelte avrebbe fatto, su quali strade avrebbe portato il passo della sua vita, quali lavori, affetti, ansie e desideri avrebbero riempito le sue giornate e le sue aspettative.

Mi piace pensare che le idee, quelle sue meravigliose idee di pace, di fraternità, di uguaglianza e profondissima umanità, quelle che ancora brillano intatte dai ritratti del suo sorriso, quelle che non smettono di bruciare insieme alla sua eterna giovinezza, unica consolazione, unica accettabile certezza, solo un po’ meno dolorosa, per chi gli voleva e gli vuole ancora bene, lo avrebbero accompagnato in molte e magari in tutte quelle scelte, in quelle strade.

Forse l’età adulta avrebbe temperato lo spirito di Angelo alla fiamma del possibile e del relativo, come capita purtroppo quasi sempre. Ma sono pure convinto che non lo avrebbero mai abbandonato.

È retorico e forse un po’ banale dire che le idee di Angelo sono ancora un lascito, un esempio per tutti e tutte noi. Ma in questi giorni orrendi di conflitti vicinissimi e remoti, di spaventose escalation guerrafondaie su scala globale, di disastri ambientali fino a punti di non ritorno, di ingiustizie sorde e impunite, di scelte crudeli sulla pelle e sulla carne degli ultimi, le idee dietro al sorriso di Angelo hanno ancora la forza di parlare alla nostra coscienza. Di ricordare che l’empatia non è un pregio ma la conseguenza virtuosa di una scelta da rinnovare ogni giorno. Che poco nella vita conta quanto la dignità di preservare e di esercitare la propria umanità. E che la speranza ha valore solo se alimentata dall’impegno concreto.

È destino di chi muore giovane restarlo per sempre. Ma non di tutti è quello di lasciare a chi resta parole luminose di vita, altrettanto e per sempre giovani, come è stato ed è per Angelo.

A chi lo porta vivo nel cuore, in particolare a Michelangelo, a Silvana e a Romina, il mio abbraccio più affettuoso.

Angelo Frammartino
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