L’Antibiotico resistenza va combattuta!

Un convegno alla Biblioteca del Senato martedì 15 luglio aggiorna sui sistemi per combattere questo pericolo

C’è una pandemia silente in atto. Consiste negli effetti nefasti della resistenza agli antibiotici. Questo grande passaggio evolutivo nella Storia della Medicina rischia di rimanere compromesso dall’emergenza prevalente ospedaliera. Maggiormente sotto interesse, tanto da rischiare siano inutilizzabili, sono gli antibiotici utilizzati

in pazienti con patologie determinate da Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae ed Enterococcus faecium.

Dodicimila sono i decessi stimati in Italia dal Centro europeo per il controllo delle malattie. A dirlo è il Rapporto Aifa 2025. Quasi metà degli anziani ha usato un antibiotico almeno una volta l’anno. Ne consegue la cosiddetta Drug Resistence Index. In questa sommatoria di dati si associa il consumo di antibiotici alla resistenza ai farmaci.

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Tutto questo perché l’adozione di un numero eccessivo di antibiotici comporta un aumento eccessivo di lotta ai batteri.

La conseguenza però può essere la loro riproduzione in modo inaspettato tanto da moltiplicarsi in poco tempo.

In questa attività di aumento vertiginoso nella proliferazione dei batteri nell’organismo succede così che avvenga una mutazione genetica funzionale alla sua difesa nei confronti dell’antibiotico in questione.

Ne consegue così la sua riproduzione senza freni determinabili da sistemi farmacologici a disposizione. Le infezioni così diventano più pericolose.

Il rischio sociale aumenta se il paziente finisce in ospedale dove sussistono tante altre persone ammalate aventi momenti di fragilità tali che li rendono specificamente vulnerabili alla contaminazione.

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Ed è proprio in sede ospedaliera che questi batteri diventano particolarmente pericolosi.

Le innovazioni sui metodi per combattere questa emergenza sono presentati nel convegno organizzato nel pomeriggio di martedì 15 luglio alla Biblioteca del Senato in piazza della Minerva a Roma. Intervengono tra le eccellenze nazionali dell’infettivologia.

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