Guidonia – Due morti e due feriti a Martellona. Processo lumaca, non paga nessuno

ma dovrà risarcire l’unico operaio costituitosi parte civile.
Si è concluso così giovedì 3 maggio il processo per la tragedia sul lavoro avvenuta il 31 ottobre del 2003 nell’ex ospedale psichiatrico di Martellona, dove per il crollo di un solaio persero la vita il giovanissimo Marco Amorini, 18 anni, di Monte San Giovanni Campano, e Giancarlo Favoriti, 46, di Anagni, entrambe dipendenti di Edil Costruzioni di Veroli, come Biagio Verrelli, ferito insieme a Fabrizio Di Giambattista di Marcellina, autista pompista della Premix di Guidonia.

Sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio colposo aggravato il pubblico ministero Maria Gabriella Fazi aveva portato Aldo Manno, 45enne di Latina, come direttore di cantiere della Stradaioli, l’impresa appaltatrice dei lavori di ristrutturazione dell’ex manicomio oggi Italian Hospital Group, e Vincenzo Cianchetti, 52, di Veroli, responsabile della Edil Costruzioni, la ditta sub-appaltatrice dell’intervento. Il giudice Marzia Minutillo Turtur ha assolto il primo e dichiarato prescritto il reato nei confronti del secondo, negando le aggravanti del fatto ed essendo oramai trascorsi i sette anni e mezzo previsti dalla legge.
La tragedia si consumò verso le 18,30, quando oramai era buio. Amorini, Favoriti, Verrelli e Di Giambattista erano impegnati nella ristrutturazione di una cabina elettrica, un fabbricato di circa cento metri quadrati e alto quattro, posto all’ingresso della struttura specializzata nella cura dell’Alzheimer. Il lavoro era stato affidato in subappalto dalla Stradaioli di Aprilia alla Paceco che a sua volta subappaltò a Edil Costruzioni per complessivi 800 mila euro.
Alle 18 Di Giambattista era sul solaio intento con Verrelli a svuotare l’ultima autobotte della giornata, mentre le vittime lavoravano sotto. Mancavano ancora 4/5 metri cubi di cemento per svuotare la betoniera, quando il solaio collassò improvvisamente  al centro, seppellendo Favoriti e Amorini: il 46enne morì sul colpo, mentre il 18enne spirò sotto i ferri all’ospedale di Tivoli.
Al pronto soccorso del “San Giovanni Evangelista” finirono anche Di Giambattista e Verrelli, medicati e dimessi con prognosi di sette giorni. Da quel momento in poi iniziò l’indagine e un iter processuale infinito. Il 22 dicembre 2003 fu disposto l’incidente probatorio, il 10 maggio dell’anno dopo il l’allora Gip Elvira Tamburelli pose i quesiti al consulente tecnico del Tribunale Lorenzo Maria Franco che qualche mese dopo depositò la perizia.
Fatto sta che finirono indagati, oltre a Manno e Cianchetti, anche Eleuterio Pillo, 60 anni di Foggia, direttore dei lavori di Ihg, successivamente prosciolto.
Poi tra un cambio di pubblico ministero e l’altro, l’avvicendamento dei giudici e le doppie audizioni degli stessi testimoni, il “brodo” si è allungato oltre i tempi.
Innocente Manno, colpevole ma prescritto Cianchetti: per lui il giudice Minutillo ha disposto l’obbligo al risarcimento danni di 5 mila euro a favore di Biagio Verrelli, l’unico costituitosi parte civile nel processo.

Marcello Santarelli

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