Si passa dalle porte laterali, anzi da una delle porte perché l’altra è sigillata da pannelli di compensato già per conto loro malmessi. In alto tavolacce in legno e reti metalliche tengono i pezzi di cemento che – altrimenti rischierebbero di cadere sulla testa della gente. Ma che, comunque, sono ancora tutte lì sospese in aria. L’altra porta secondaria, quella chiusa con il compensato, ha un buco in basso. Il risultato è che dietro la paratia si è creata una piccola discarica di robaccia.
L’ingresso tutelato come esempio di architettura fascista
E’ così da anni e le ragioni sono diverse. La prima è che servono i soldi, la seconda è che l’ingresso dello stadio è tutelato dal Ministero dei beni e delle attività culturali. Perché il “frontale” dell’impianto “Fausto Cecconi” è un esempio di architettura del Ventennio fascista e, quindi, tutelato dalla Sovrintendenza alle Belle arti. Toccarlo significa seguire un progetto specifico, che segua direttive molto restrittive e costose.
Insomma, se viene ristrutturato, dovrà essere esattamente identico a quando è stato costruito, con tanto di riproduzione precisa del cosiddetto colore “Rosso Coni”, lo stesso che si trova nell’impianto del Foro Italico a Roma, sede del Coni.
Rebus lavori: chi deve occuparsene?
Intanto manutenzione a cura dell’Amatori Monterotondo
Pietro Gentile, presidente dell’Amatori, spiega a Tiburno che la società fa la sua parte, anche sforando quelli che sarebbero i suoi doveri di menutenzione verso l’impianto.
“A ottobre, ad esempio, scadeva l’omologazione dell’illuminazione notturna dell’impianto. Per ottenerla nuovamente bisognava aumentare l’illuminazione con altre lampade, un intervento che è costato qualche migliaia di euro ma senza il quale non si poteva giocare in notturna. Il che, di inverno, significa dopo
le cinque di pomeriggio”.