Il Paradiso è in Svezia: natura, bellezze architettoniche e servizi efficienti

 

 

Noi italiani siamo bombardati ogni giorno dai telegiornali sempre con queste due parole: debito

tipica casa svedese
tipica casa svedese

pubblico. E’ assolutamente inverosimile credere che esista un paese in Europa che abbia il credito pubblico, ossia lo Stato ogni anno si ritrova con dei soldi in avanzo che ridistribuisce al suo popolo in servizi di vario genere. Come è possibile tutto ciò? Semplice, in Svezia tutti pagano le tasse e, quando questo accade, una società conquista la propria dignità.

 

 

 

Città formato Ikea

La mia prima volta in Svezia ho avuto la fortuna di avere una guida d’eccezione, la mia ex ragazza svedese, alta bionda occhi azzurri e bellissima. Non esiste miglior modo di viaggiare e conoscere a fondo la realtà di un paese se non accompagnato da una persona del posto. Mi ritrovo cosi ad Eskilstuna (sua città natale), un paesino a mezz’ora di treno dalla capitale Stoccolma. Che dire? Un paradiso di perfezione architettonica e urbanistica: strade asfaltate, aiuole su ogni marciapiede, tipiche casette a schiera in legno, ristoranti e bar sobri ma sempre in stile nordico. Visitiamo alcuni quartieri dove vivono le sue amiche (sempre alte belle bionde e con gli occhi azzurri) ventenni con appartamenti propri, senza lavorare. In Svezia quando compi 18 anni basta fare richiesta e il governo ti assegna un appartamento in uno dei quartieri cosiddetto popolare ti danno anche un sussidio mensile in attesa di un lavoro. Questi appartamenti sono all’interno di edifici a forma di grandi cubi in aree create appunto per giovani che vanno via di casa per la prima volta: cioè interi quartieri di giovani ventenni disoccupati. Sicuramente in Svezia non esiste il problema dei mammoni quarantenni.

 

centro Stoccolma stoccolma antica
centro di Stoccolma la città antica vista dal treno

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Visita a Stoccolma

Il trenino che da Eskilstuna ci porta a Stoccolma, l’equivalente dei nostri treni regionali, è in stazione del trenolinea con i parametri di un Paese civile che mette i suoi cittadini nelle condizioni di vivere al meglio. Un nostro prima classe super lusso non reggerebbe il confronto. Arrivati a Stoccolma si respira subito l’atmosfera da capitale europea a misura d’uomo. Un sistema di trasporto pubblico fatto di tram e autobus che si sposano perfettamente con l’ambiente circostante, gente in bicicletta in maniera ordinata. Stai in pieno centro e, allo stesso tempo, hai la sensazione di stare in campagna. Tutto è ordinato, educatamente silenzioso, scordatevi il caos romano. Vi consiglio di mangiare del buon pesce fresco in uno dei ristoranti della piazza principale, oppure visitare il Museo Nobel, il museo marittimo e il palazzo reale. Stoccolma è attraversata da vari canali e la parte vecchia della città, la parte medievale, è praticamente una piccola isola.

 

Più alberi che abitanti

piatto tipico
piatto tipico svedese

Da Stoccolma ci spostiamo a Goteborg, 800 chilometri in macchina in mezzo alla natura selvaggia. La Svezia ha l’estensione dell’Italia ma lo stesso numero di abitanti di Roma. Immaginate di fare un viaggio in macchina Roma-Milano e vedere solo boschi, piccoli villaggi di quando in quando, praterie incontaminate, cavalli selvatici che corrono liberi, alberi secolari, verde sconfinato e cartelli stradali che dicono: attenzione ai cervi. In Svezia si calcola che ci siano dieci alberi per ogni abitante e, non a caso, il re di questo paese è anche il presidente del Wwf nazionale. Questo la dice lunga sull’importanza che le autorità svedesi danno all’ambiente. Nell’entroterra, lontani dalle grandi città, troviamo dei piccoli villaggi con casette in legno immerse nel verde dove vivono gli anziani che si ritirano a godere gli ultimi anni di vita in pace e tranquillità. Coltivano la terra, passeggiano nei boschi, si riuniscono per delle grandi cene. L’epilogo perfetto dopo anni di lavoro.

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Il ghetti di Goteborg

A differenza di Stoccolma, città più medievale e dal fascino storico, Goteborg è una sorta di motore commerciale della Svezia. Una città moderna, europea, industriale e multiculturale. La grande possibilità lavorativa attira molti immigrati di ogni nazionalità, per lo più nordafricani. Tranquilli che quelli che sbarcano da noi non si sognano nemmeno di fermarsi in Italia, e ora vi spiego il perché. La periferia di Goteborg è caratterizzata dai cosiddetti ghetti: egiziano, turco, nigeriano, algerino. La parola ghetto non è del tutto esatta, io ho visto con i miei il ghetto egiziano: piccolo quartiere modello, casette a schiera, giardini per i bambini, un luogo dove una comunità straniera piò vivere mantenendo le proprie tradizioni e la propria cultura. Se arrivi in Svezia e non hai nulla, ti viene assegnata una casa nel tuo ghetto di appartenenza e un sussidio: tutto ciò ti da la possibilità di vivere a contatto con tuoi connazionali in un paese straniero, gente che da anni si è stabilità lì e che può darti contatti, aiutarti a trovare un lavoro. Non avrai nessun bisogno di delinquere o chiedere l’elemosina per strada. In Svezia io non ho mai vesto nessuno chiedere soldi in giro per strada.

 

Un ultimo aneddoto che racchiude tutto il senso di ciò che ho detto: quando Saddam Hussein fu arrestato, fece richiesta di essere estradato nelle carceri svedesi in attesa del processo che lo vedeva interessato. È risaputo che anche in carcere, in Svezia, si vive da paura.

 

Alessandro Neri

 

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