Il “miracolo Barcellona” nel volto attuale della città, merito delle Olimpiadi del ’92

La collina del Montjuic

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 Montjuic
la fontana di placa de Espana

L’ultimo evento di importanza mondiale che interessa Barcellona, prima delle olimpiadi, è l’Expo del 1929. La collina del Montjuic era abbandonata a se stessa da allora. Un piccolo rilievo alle spalle della città diventato ormai una sorta di bosco, selvaggio abitato solo da cani randagi. Il denaro, pubblico e privato, stanziato per l’evento del 1992 rese possibile quello che adesso è uno dei siti più ammirati e visitati dai turisti: la fontana di placa de Espana con il suo spettacolo di luci e musica, il museo della cultura catalana, lo stadio del basket dove il mitico Dream Team di Michael Jordan e Magic Jhonson batte ogni record, l’ultimo tratto della maratona, il magnifico piazzale con la piccola cascata artificiale e la moderna antenna di Telefonica visibile da qualsiasi punto della città. Ogni giorno quest’area attira una miriade di turisti e curiosi e le strutture create per i giochi adesso vengono riutilizzate per eventi di qualsiasi tipo, dai concerti a piccole sagre, da manifestazioni culturali ad esposizioni d’arte, congressi medici o assemblee politiche. Ciò che prima era solo un ammasso di alberi e sterpaglia adesso è uno dei luoghi più visitati d’Europa e del mondo.

 

La villa olimpica

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Barceloneta Il porto olimpico Villaggio Olimpico

Una vacanza a Barcellona non può prescindere da una passeggiata alla Barceloneta, il lungomare della città o anche una visita al Porto olimpico con le sue due torri che ricordano le torri gemelle, i ristoranti con vista sul mare, le discoteche che animano le notti d’estate, le aree verdi alle spalle della spiaggia con zone dedicate agli amanti dello skate, piste ciclabili, campi per praticare sport all’aperto come basket e calcio. Una perfetta simbiosi tra ambiente e turismo che rende il soggiorno a Barcellona una esperienza unica. Prima del 1992 tutto questo era solo il sogno di un’amministrazione attenta con uno sguardo rivolto al futuro. Barceloneta e la zona costiera della città erano solo vecchi capannoni figli della rivoluzione industriale ormai in disuso, binari della ferrovia abbondonati, gente della peggior specie, bar malfamati e un quartiere che puzza di pesce marcio. La rivalutazione del lungomare e del suo quartiere rientrò nel piano di allargare Barcellona verso il mare, di estendere la città dalla montagna (Montjuic) giù fino alla spiaggia sfruttando ogni centimetro del territorio. Le ditte che si occupano della costruzione degli hotel, degli alloggi per gli atleti che creano da zero un’itero quartiere lo fanno gratis. L’accordo con il comune prevedeva che, alla fine delle Olimpiadi, le stesse ditte possano rivendere tutto ai privati. Così è stato, adesso Barceloneta e il Porto olimpico sono una delle aree che genera maggior denaro per le casse del comune e allo stesso tempo i privati che hanno acquistato gli immobili hanno creato una sorta di area residenziale. Tutti ne hanno guadagnato.

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Olimpiadi in Italia: un’occasione persa

Tutte le volte che cammino tra le vie dei posti di cui ho scritto non faccio altro che pensare all’Italia, a Roma, Firenze, Venezia. Penso all’immenso valore storico e culturale che il nostro paese possiede da secoli e che non siamo in grado di sfruttare al 100%. Penso ai mondiali di calcio del ‘90, agli europei di nuoto, alla finale della Champions League a Roma, al giubileo e all’Expo di Milano: quanti soldi spesi male, quanti soldi non spesi affatto, quanti soldi rubati e quanti amministratori pubblici e politici impuniti. Barcellona non aveva nulla o poco da offrire, le Olimpiadi e il flusso di denaro che ha generato ha permesso a persone competenti, amanti della propria terra e delle proprie tradizioni, di creare quasi da zero un modello di città che attira turisti da tutti il mondo. C’è una differenza sottile ma importante: anche Roma attira i visitatori, la domanda è, ritorneranno? Quando il tassista cerca di fregarti, quando il ristorante gonfia il prezzo, quando ti derubano sotto la metro, quando aspetti un bus un’ora, quando un impiegato pubblico non parla inglese. Queste sono cose che marcano la differenza tra una città che fa del turismo una forma di guadagno ed una città che vede nel turista una persona da fregare.

 

Per le Olimpiadi del 2024 Roma si prepara a presentare la propria candidatura e l’attuale sindaco della città, Ignazio Marino, intuendo la grande occasione ha assunto come capo del comitato organizzativo il catalano Eric Truno, l’artefice del miracolo Barcellona ‘92, chiamato Modello Barcellona. Speriamo bene.

 

Alessandro Neri

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