Quella che verrà trasferita in America è proprio l’attività che negli ultimi anni è stata fortemente contestata dai residenti perché ritenuta inquinante per l’ambiente. Un’ipotesi che però non ha mai trovato riscontro negli studi effettati e che, comunque, non ha determinato la scelta della multinazionale che invece, attraverso Deon Carter, senior vice presidente Servizi metalli preziosi, spiega: “Il consolidamento delle attività di trattamento e raffinazione consentirà a Basf di incrementare l’utilizzo della capacità produttiva per le attività di recupero disponibile a Seneca, permettendoci di ottimizzare l’efficienza produttiva nei settori della raffinazione e del riciclo dei metalli preziosi, a fronte di un mercato delle commodities altamente competitivo”.
L’impatto occupazionale riguarderà principalmente i lavoratori impegnati nelle attività di trattamento e raffinazione, oltre a quelli impiegati nelle funzioni di supporto collegate a queste. Sono circa 60 i posti a rischio, per i quali l’azienda sta organizzando dei tavoli di confronto con i sindacati, per offrire altre posizioni all’interno del gruppo. Laddove sia disponibili, valutando anche la possibilità di un trasferimento nello stabilimento americano.
“L’impianto continuerà a rappresentare un hub strategico grazie al rafforzamento della produzione sia dei catalizzatori di processo, sia dei sali e soluzioni a base di metallo prezioso – ha aggiunto il direttore del sito di Roma, Roberto Spaggiari -. Verranno inoltre incrementate le attività di analisi effettuate dal laboratorio, recentemente ampliato e potenziato grazie all’acquisizione delle migliori tecnologie presenti sul mercato. Saranno mantenute le attività di customer service e di contabilità dei metalli”.