Tivoli – Blitz di Casapound contro le banche… ma sbagliano l’indirizzo della filiale

Uno striscione con la scritta “La tua amica banca ti ha tradito” sulla vetrina e cinque cravatte annodate e appese al contrario a simulare dei cappi è quello che hanno trovato il vice direttore Fabrizio Caliciotti ed i dipendenti della banca all’apertura della sede nella mattinata di martedì. Un blitz inaspettato visto che la Popolare del Lazio non è mai stata tra le banche coinvolte dal “Salva banche” a differenza della quasi omonima Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio.

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“Presumiamo sia stato fatto proprio un errore di individuazione della banca – commenta il direttore Marco Guidi, da tre anni a capo della filiale di Villa Adriana – questo messaggio non può essere diretto a noi, quelli di Casapound hanno fatto confusione e potrebbero documentarsi meglio. La Banca Popolare del Lazio ha 110 anni di storia durante la quale non ha mai maturato un anno di perdita, vanta una situazione patrimoniale solida e una gestione prudente da sempre. Di sicuro tutt’altra situazione rispetto a quelle che vedono coinvolti altri istituti di credito con i quali, al limite, in comune possiamo avere solo qualche parola del nome”.

 

Gli altri blitz a Tivoli e Guidonia

Azione notturna di Casapound anche alla filiale della Banca delle Marche in via Roma a Guidonia e a quella di Banca Etruria in viale Trieste.

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“Basta bruciare i risparmi degli italiani in finanza tossica – la rivendicazione di Casapound dopo il blitz che ha colpito gli istituti tutelati dal Salva banche – Il caso di Banca Etruria e affini ha dimostrato nella maniera più tragica il fallimento del sistema, completamente liberalizzato, che avrebbe dovuto risollevare le sorti dell’economia nostrana e che invece ha portato solo a danni e truffe. E i truffati, neanche a dirlo, sono i più deboli: non i grossi imprenditori in foulard, non gli speculatori o i mafiosi, ma famiglie qualunque che, credendo ancora nell’Italia, nelle sue banche e nelle sue imprese, hanno consegnato i risparmi di una vita nelle mani della Banda Bassotti. Famiglie che il governo ha cinicamente scelto di abbandonare a loro stesse, salvo poi, di fronte alla tragedia di Civitavecchia, avere un ripensamento in corner e varare quell’intervento ‘solidale’ quando non ha proprio potuto più farne a meno”.

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