“Ombre pagane”, il giallo di Franco Mieli: le indagini del maggiore Cerci e il maresciallo Coletta nella Roma antica e sotterranea

12380599 1673748282892686 614228005 nL’autore

Franco Mieli, nato a Roma nel 1961, dal 2009 ha ripreso a scrivere dopo aver abbandonato per lungo tempo questa sua passione giovanile.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa dell’ Università Popolare Eretina di Monterotondo e a Farfa nell’ ambito della manifestazione “Liberi sulla Carta”.
Coltiva la passione per l’ archeologia, il mare e le escursioni in montagna, di cui ha trasferito le esperienze nei suoi racconti.
Questo è il suo secondo romanzo dopo l’esordio con i due racconti noir raccolti nel volume “Lupi nella nebbia” edito da Montecovello.

12595928 1673750349559146 1023494497 nTrama

Una Roma sconosciuta e sotterranea e una montagna insolita e misteriosa fanno da sfondo alle indagini del maggiore Cerci, aiutato dal maresciallo Coletta. I due investigatori dell’Arma precipitano in un incubo popolato di crudeli divinità e delitti efferati. Nelle notti senza luna, nel nome di una sanguinaria dea dell’antichità, si celebrano tra le rovine dei templi pagani, gli antichi riti di una setta risorta dalle sue ceneri. Siti archeologici fanno da sfondo alle indagini cui partecipano un frate archeologo e una giornalista di cronaca nera. In un crescendo di follia, persino l’amore trova spazio per arrivare a toccare il cuore di Massimo Cerci che nel frattempo rimette insieme i pezzi del suo tragico passato. Il monte Soratte, la montagna sacra e inquietante che si erge solitaria a poche decine di chilometri da quella che fu la capitale del mondo antico, sarà testimone sia dell’epilogo della vicenda umana del maggiore Cerci che della terribile verità sul vero obiettivo della spietata organizzazione. Il romanzo chiude il cerchio con le avventure del tormentato ufficiale dei Carabinieri iniziate con il racconto contenuto nel volume “Lupi nella nebbia-Zanne”.

12421268 1673750289559152 1660821539 nIl tempio di Diana e il giallo: quando l’archeologia diventa lo scenario di misteriosi omicidi irrisolti

…una sanguinaria Dea venuta dal passato semina una scia di sangue nella Roma del 2012: siamo nel Tempio di Diana, a Nemi, e tra i reperti archeologici di un sito romano ancora da riportare del tutto alla luce, comincia la storia scritta dalla penna di Mieli. “Sono un impiegato con la passione per la scrittura e, una volta cresciuti i figli, ho cominciato a dare sfogo alla mia creatività – spiega l’autore – In vent’anni di pendolarismo ho letto moltissimo e mi sono avvicinato soprattutto al giallo e al thriller, così mescolando questi generi narrativi all’amore per la montagna e l’archeologia, è nato questo romanzo. Avevo già in mente il personaggio, poi i luoghi suggestivi che ho visitato hanno ispirato tutto il racconto. Ho rivestito il Tempio di marmi e l’ho popolato dei miei personaggi”.

Stile e ambientazione: un thriller che fa del dettaglio la sua arma vincente

Ogni capitolo si apre con il giorno, l’ora e la location, niente è lasciato al caso e il lettore, come da una guida turistica, è accompagnato in questo viaggio enigmatico dalle descrizioni fedelissime che l’autore fa dei luoghi, tanto la suscitare in chi lo legge il desiderio di visitarli. “Qualcuno ha visto in questo libro un testo simile a una sceneggiatura – racconta Mieli – certamente il cinema ha influenzato molto il mio stile, uno dei film che più ho apprezzato è I fiumi di porpora diretto da Mathieu Kassovitz e tratto dall’omonimo romanzo di Jean-Christophe Grangé, ne ho tratto alcune scene molto cupe”. Uno stile incalzante, un’epigrafe che nasconde diversi indizi e un sottotitolo in copertina che preannuncia il tema del romanzo, l’antico che rivive nel moderno, sono tutti elementi che rendono l’intreccio narrativo ben funzionante.

Il maggiore Cerci: il protagonista del romanzo e l’alter ego dell’autore

“Quando descrivo i miei personaggi, almeno nell’aspetto esteriore, mi affido al mio quotidiano: può essere l’uomo che mi siede di fronte sul treno, una collega, un vecchio professore del liceo – spiega. Il maggiore Cerci è un amante della natura, un carattere tormentato, con le sue fobie (attacchi di panico ndr) e i problemi con il corpo dei carabinieri. Nonostante sia antipatico gli uomini intorno a lui lo rispettano e le donne lo trovano estremamente affascinante. Diciamo che è quello che avrei voluto essere nei suoi aspetti migliori, e quello che sono nei suoi lati peggiori”.

Un omaggio alla natura e soprattutto a Roma, con la sua storia e le sue ombre

La Capitale non fa solo da sfondo all’opera, ne è protagonista: i siti archeologici, la galleria Alberto Sordi, via del Teatro di Marcello… “Ho lavorato a Roma per una vita e posso dire di esserci cresciuto e di averla amata nel bello e nel cattivo tempo, le sue aree antiche sono meravigliose ma i trasporti pubblici sono l’inferno, lenti e faticosi. In questo libro ho voluto raccontare i luoghi più importanti, quelli storici, ma anche i quartieri più in periferia come il Prenestino, dove sono nato e dove, d’altronde, ha avuto i natali anche il maresciallo Coletta. Ora tornandoci mi rendo conto che è tutto cambiato: ci sono molti più negozi, sono scomparsi quelli che vendevano giocattoli, ricordo con gioia che c’era il carbonaro”.

Il prossimo incontro, venerdì 8 aprile

Giunti quasi al termine, Librinfestival vi dà appuntamento a venerdì 8 aprile, ore 18, presso la Cantina Amadio, in via Col di Lana 18 a Monterotondo Scalo, per la presentazione del libro di Alessio Fabrizi “Italian Underground” (Editore Meligrana).  

 

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di Rara Piol

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