La grande festa del Romics tra costumi, mostre e balli dall’estremo oriente

Ospite di punta di quest’anno il giapponese Go Nagai, autore di fumetti e cartoni giapponesi che hanno cresciuto intere generazioni: Ufo Robot, Mazinga, Goldrake e Jeeg Robot sono solo alcune delle sue più celebri creazioni sbarcate sul piccolo schermo Italiano a partire dagli anni ’70.

 

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Cosplayers, i veri protagonisti
Serena Ragonici sx e Eleonora Ragonici dxCome sempre i protagonisti indiscussi della fiera sono stati i Cosplayer, i giovani (e non solo) frequentatori della kermesse che decidono di partecipare indossando gli abiti dei propri beniamini. Ago, filo e tanta pazienza per realizzare i propri costumi, in quello che ormai non è solo un Hobby costruttivo ma anche una tendenza culturale e uno svago. E una foto assieme ad uno dei propri personaggi preferiti è uno dei ricordi migliori. Così si va da chi sceglie di immortalarsi assieme al sosia di Johnny Depp nei panni del Capitan Jack Sparrow a chi preferisce farsi ritrarre assieme agli intramontabili Ghostbusters.
E al fianco dei costumi più canonici e tradizionali c’è anche chi sceglie di dare libero sfogo alla fantasia e alla creatività. Un esempio? C’è chi, deciso a scimmiottare la lotta tra l’orso e Di Caprio nel film Revenant, ha deciso di calarsi in un costume da urside e impugnare un Oscar andando in cerca dell’attore. O ancora un crociato accompagnato da un cartello dalla scritta inequivocabile: “Raccolta fondi contro ISIS”

 

Voci e Costumi dal Nord-Est
Tra i tanti visitatori mascherati è stata forte anche la presenza dei ragazzi provenienti da Monterotondo e dintorni.
“Il Romics è un occasione di relax e divertimento, per staccare dalla vita di tutti i giorni – dice Eleonora Ragonici di Santa Lucia (nella foto sopra a sinistra), per l’occasione negli abiti di Biancaneve Manuel Manfredi sx– E’ un’ottima occasione per passare una giornata con chi condivide i tuoi stessi gusti ed interessi, anche se magari non ci si conosce.”
In compagnia di Eleonora c’è anche sua sorella Serena, la quale invece ha deciso di vestire i panni di Elsa del film d’animazione Frozen. In un attimo di tranquillità ci ha spiegato che “questa fiera è un’esperienza unica, che ti porta in un altro mondo lontano dalla realtà – dice -. Qui ci si cala nei panni di qualcun’altro. Il lungo lavoro di preparazione con ago e filo, viene ripagato quando anche una sola persona ti riconosce e chiede una foto con te.”
Tra i padiglioni della Fiera c’è anche Manuel Manfredi di Monterotondo che, vestito da Nicholas D. Wolfwood del fumetto giapponese Trigun, dice: “Questa è una delle fiere migliori del Lazio e d’Italia e vi partecipa molta gente. Se si amano i fumetti, le serie tv, il cinema e i videogiocho, la consiglierei a occhi chiusi.”

 

Claudia Pomilio, l’Eretina che balla a ritmo di KPop
Parallelamente agli eventi della Fiera, si sono svolti anche alcuni contest in cui i ragazzi hanno potuto Claudia Pomiliomettersi in gioco con le loro capacità. Uno di questi è stato il contest di ballo a ritmo di musica Kpop (Musica popolare di origine Coreana) di sabato 9 dalle ore 12.
Tra i concorrenti in gara c’era anche il gruppo dell’Eretina Claudia Pomilio che, assieme agli amici Martina, Celeste, Daniele e Samuel, hanno danzato sui ritmi di Crazy canzone del gruppo Coreano “4 Minute”.
La performance non ha condotto il gruppo alla vittoria, ma sicuramente è stata un’esperienza da non dimenticare facilmente.
“A me e agli altri ragazzi è sempre piaciuta la musica Kpop, così come anche il ballo – spiega Claudia al termine della gara -. C’è sembrata l’occasione giusta per unire due passioni. Era la prima volta che vivevo una prova del genere, ballare di fronte a tanta gente su un palco professionale. Un’esperienza sicuramente da ripetere e che abbiamo raggiunto solo grazie a costanza, pazienza e spirito di squadra, tutte doti che abbiamo affinato nei mesi durante le prove – continua – . Ci siamo inoltre riscoperti piccoli stilisti visto che il nostro stile l’abbiamo creato noi, e per questo devo ringraziare Martina, è stata lei a chiedermi di partecipare a questo progetto”.

 

Eugenio Nuzzo

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