Rottamazione delle cartelle Equitalia: in fila di notte per pagare le tasse

Lunghe file dalla mezzanotte, bagarinaggio sui numeretti che regolano l’entrata all’Agenzia delle Entrate. Migliaia ogni giorno davanti agli sportelli con la speranza di potersi liberare di quelle cartelle che tolgono il sonno. Il caos di questi giorni, la folla di cittadini pronti a pagare le cartelle rottamate, è una prova di quanto la pressione fiscale nel nostro Paese sia decisamente, superiore alla capacita contributiva di famiglie ed imprese. E questo in violazione della Costituzione. L’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana recita infatti: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Ed aggiunge: Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Significa che ciascuno deve pagare per quello che può e chi più ha più contribuisce. Chi non lo fa, in quanto evasore va perseguito e punito. E’ sottinteso che le tasse debbono essere giuste, limpide e soprattutto eque.

 

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IL CIRCOLO VIZIOSO – I dati ufficiali certificano che lavoriamo ben oltre la metà dell’anno per finire di pagare tutte le nostre tasse. L’istituto Ernst&Young ha precisato che abbiamo addirittura raggiunto la data del 10 luglio. Insomma abbiamo una pressione fiscale che ci porta in cima alla classifica di tutti i Paesi europei. Eppure non basta: le entrate dello Stato nel 2015 sono state di circa 784 miliardi mentre le spese sono state di oltre 826 miliardi. Così il debito pubblico anziché ‘rientrare’aumenta, malgrado i sacrifici di questi anni, l’aumento della pressione fiscale, la lotta all’evasione, le entrate sono ancora di parecchio inferiori alle uscite. Così non si riesce a disinnescare il circolo vizioso: debito alto quindi pochi investimenti, quindi meno ricchezza e meno entrate quindi altro debito per fare fronte alle spese dello Stato. Perciò oltre a chiederci come fare entrare più soldi, dobbiamo ragionare su come vengono spesi i soldi pubblici. Per eliminare oltre agli sprechi, le ingiustizie e i privilegi che rendono odiosa e insopportabile l’alta pressione fiscale. Le entrate sono costituite oltre che dalle imposte su persone e imprese, dalle accise sulla benzina circa 36 miliardi nel 2016, inoltre dal gioco d’azzardo e dalle scommesse che fruttano allo Stato circa 10 miliardi e dal tabacco che ne produce circa 13 di miliardi pur essendo in diminuzione. Queste le entrate più grosse. Sul fronte della spesa scopriamo che circa il 40% delle entrate serve per pagare il debito pubblico.

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I GIOVANI E LE PENSIONI D’ORO DI QUELLI PRIMA DI LORO – Le generazioni di oggi pagano i debiti contratti dai padri, che certo hanno lavorato ma si sono regalata una vita piena di agi, a debito. Altra spesa grossa le pensioni 307 miliardi nel 2016, con una entrata di contributi pari a 215 miliardi, stiamo parlando di un disavanzo di 92 miliardi di euro. Un disavanzo che continuiamo a pagare tutto anziché andare a toccare le pensioni d’oro. Meno soldi per l’istruzione circa 70 miliardi. Infine i palazzi del potere Palazzo Madama sede del Senato e Montecitorio sede della Camera dei deputati costano:  il primo circa 200milioni e mezzo solo i senatori costano 79 milioni, mentre il secondo Montecitorio, la Camera dei deputati costa 1 miliardo.  
E comunque va considerato che i nostri senatori e deputati prendono uno stipendio il 60% più alto della media dei paesi unione europea. Ma a proposito di stipendi esagerati ci sono quelli dei dirigenti e consulenti dello Stato. Costi che votando Si al referendum di dicembre si sarebbero potuti abbattere e invece restano gloriosamente salati.
Insomma per ridurre i costi dello Stato e quindi abbassare le tasse per lavoratori e imprese intervenendo così sul debito pubblico, bisogna intervenire sulle istituzioni stesse dello Stato riformandole. Inoltre bisogna andare a prendere il denaro dove sta e non dove è più facile prenderlo come fino ad ora si è fatto. Insomma è più facile istituire l’Imu sulla casa che istituire tasse, come anche Renzi ha proposto, sulle transazioni web alcune delle quali non emettono neppure fattura. Più facile tassare il piccolo imprenditore, il lavoratore piuttosto che colossi come Google e Facebook.  Insomma la corsa alla rottamazione delle cartelle di Equitalia è segno della esasperazione dei cittadini. Vogliono pagare per paura che gli pignorino e poi tolgano la casa piuttosto che la macchina, ma non hanno abbastanza soldi per pagare. Cittadini governati sulla paura. Oggi una famiglia media è arrivata ad una imposizione fiscale di 15.330 euro all’anno. Sono 1.277 euro al mese, ha calcolato l’ufficio studi della Cgia di Mestre.

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SUL NUOVO NUMERO DI TIBURNO DEL 28 MARZO L’INCHIESTA SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE EQUITALIA: TESTIMONIANZE E PAURE

 

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