La commissaria ha assicurato di aver presentato un piano di rientro che è al vaglio della Corte dei Conti e che sono stati eseguiti alcuni pagamenti nei confronti delle tre cooperative coinvolte e cioè oltre a La Sponda, la Labirinto e la Cotrad almeno per coprire il servizio minimo essenziale. Prossimo appuntamento tra sindacato e istituzioni nella giornata di venerdì, dove dovranno essere esposte informazioni precise sulle modalità di pagamento previste dal piano.“Una sconfitta a metà” che porterà intanto alla proclamazione dello stato di agitazione e eventualmente alla estinzione del servizio se la situazione resta tale.
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“Siamo qui insieme ai lavoratori a risolvere un problema creato da chi è già in campagna elettorale – commenta la segretaria sindacale – perché in Italia i responsabili non pagano mai e non si capirà chi ha creato questi debiti. Il comune è responsabile di questa situazione e devono risolverla, purtroppo ci rimettono sempre gli operatori del terzo settore. Ci hanno parlato di un piano di rientro ma vogliamo toccarlo con mano. Vediamo intanto se c’è l’impegno delle cooperative a pagare ai lavoratori almeno la retribuzione di gennaio. Abbiamo 75 lavoratori su Guidonia con La Sponda e circa una ventina con la Labirinto. Ora arriveranno le scelte difficili, dovremo decidere se andare avanti anche con l’interruzione del servizio, ultima spiaggia perché i lavoratori per etica non abbandonerebbero mai gli utenti e le loro famiglie. Ma c’è inadempienza contrattuale e non si può pensare di lavorare gratis”.
Sulla stessa linea Cristina Compagno, Responsabile CGIL Terzo Settore. “Il primo passo sarà lo stato di agitazione – commenta – dopodiché si deciderà quali saranno le giornate di effettiva interruzione dei servizi, fermi restando quelli minimi garantiti e tutta la regolamentazione prevista. Speriamo di non dover arrivare a questo. Il Commissario prefettizio deve prendere dei provvedimenti alla svelta e prevedere un piano di rientro per pagare i debiti. Non dimentichiamo che il datore di lavoro è la cooperativa e da loro rivendichiamo lo stipendio. Ma è anche vero che davanti a una esposizione così alta nessuno può farcela e noi tuteliamo il lavoro, oltre che i lavoratori”.
di Vittorio Moriconi