Tutto si basa su una rete di cosiddetti Centri Funzionali, strutture che si occupano di monitorare la situazione idro-meteolologica e di emettere poi una serie di avvisi a seconda della propria competenza.
A livello centrale opera il Centro Funzionale Centrale, ubicato presso il Dipartimento della Protezione Civile e presso cui lavorano meteorologi ed esperti del settore che, 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, effettua una attività di monitoraggio e sorveglianza delle condizioni meteorologiche finalizzata alla successiva emissione di una serie di documenti (avvisi e bollettini) mediante la Rete radar nazionale, le immagini satellitari, i dati quantitativi dei sensori diffusi sul territorio nazionale (per esempio i pluviometri per misurare leffettiva quantità di pioggia a terra, gli idrometri per monitorare il livello dei fiumi, gli anemometri per la velocità del vento etc.).
Tra i documenti prodotti dal Centro Funzionale Centrale ci sono il Bollettino di Vigilanza Meteorologica Nazionale, emesso per segnalare i fenomeni meteorologici significativi previsti per il giorno di emissione e per i successivi, su ogni zona di vigilanza meteorologica in cui è suddiviso il territorio italiano, e che rappresenta i fenomeni meteorologici rilevanti ai fini di Protezione Civile, ed ilBollettino di criticità idrogeologica e idraulica, documento che serve a segnalare i livelli di criticità idrogeologica e idraulica mediamente attesi e la valutazione del possibile verificarsi o evolversi di effetti al suolo (frane e alluvioni) dovuti a fenomeni meteorologici, il tutto ovviamente da intendersi in senso probabilistico ovvero come grado di probabilità del verificarsi di predefiniti scenari di rischio. Da segnalare che sul sito www.protezionecivile.it entrambi i Bollettini vengono pubblicati quotidianamente a disposizione di chiunque.
Questi due Bollettini, una volta emessi, vengono diramati alla rete di Centri Funzionali Decentrati, operanti ognuno per Regione ed aventi competenza sul territorio di riferimento con una struttura “per bacini idrici”, la cui competenza è quella di far corrispondere ad un determinato livello di criticità previsto il rispettivo livello di allerta, sulla base di una recente norma che ha omogeneizzato le procedure in tutta Italia, che viene identificata con i colori giallo, arancione e rosso ognuna con una specifica corrispondenza in termini di azioni e procedure.
Arriva quindi il momento dell’allertamento del Sistema di Protezione Civile che spetta alle Regioni, ognuna con procedure proprie ed autonome, con l’attivazione delle strutture di protezione civile sia prima del manifestarsi dellevento sia durante, variando da una semplice reperibilità del personale allattuazione di un piano demergenza.
L’ultimo anello della catena, ma non per questo meno importante, anzi, è costituito dal Sindaco nella sua veste di Autorità Comunale di Protezione Civile (così come previsto dall’art. 15 Legge 225/92 che istituisce il Servizio Nazionale della Protezione Civile) che attiva quanto previsto dal Piano di Emergenza Comunale, il documento obbligatorio per tutti i Comuni contenente tutti gli scenari di rischio atteso per il territorio e le conseguenti azioni da porre in essere prima, durante e dopo.
Per sapere come essere preparati ad affrontare il rischio alluvione è disponibile il sito www.iononrischio.it, campagna di comunicazione nazionale promossa dal Dipartimento della Protezione Civile e finalizzata a rendere i cittadini consapevoli dei rischi del territorio e preparati ad affrontarli.
Roberto Cespi Polisiani
Emergency Manager
Associazione Nazionale Disaster Manager
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