La tomba, che si affaccia sulla sponda dell’Aniene, è parte di un antico sepolcreto raggiungibile a piedi.
Su Tiburno in edicola da martedì 16 gennaio tutto il racconto completo dell’inaugurazione del parco restituito alla città dopo mezzo secolo.
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SU TIBURNO IN EDICOLA DA MARTEDì 16 GENNAIO IL RACCONTO COMPLETO DELL’EVENTO
LA STORIA
La tomba della vestale Cossinia, facente parte della necropoli repubblicano-imperiale dell’antica Tibur sulla via Valeria, fu scoperta fortuitamente nel 1929 lungo la sponda destra dell’Aniene presso la stazione ferroviaria di Tivoli. L’elegante ara funeraria in marmo bianco degli inizi del I sec. d.C., inscritta e decorata con una corona di quercia e con i simboli funerari urceus e patera, l’unica finora nota per una vestale, ne decretò immediata celebrità. Il luogo, reso ameno dalla vegetazione fluviale e dalla fauna acquatica, già divenuto meta di pubbliche passeggiate e visite di eruditi, fu sistemato nel 1967 a giardino. L’abbandono degli ultimi decenni e ripetuti atti di vandalismo avevano obliterato la memoria del monumento, fin quasi a pregiudicarne lo stato di conservazione. L’intervento, realizzato dal Comune di Tivoli con la collaborazione della Soprintendenza, ha portato alla rinascita del “Parco della vestale Cossinia”.
Dall’ingresso lungo viale Mazzini si accede ad un belvedere che offre la vista dall’alto, quindi una scalinata conduce al sito archeologico.
La pregevole ara in marmo della vestale (inizi I sec. d.C.), inscritta e decorata con una corona di quercia e con i simboli funerari dell’urceus e della patera, è stata sottoposta – a cura della Soprintendenza – a un complesso intervento di pulitura tuttora in corso. L’ara appariva, infatti, notevolmente degradata a causa di ripetuti atti di vandalismo e di un’antiestetica patina biologica che ne deturpava con striature nerastre la candida superficie soprattutto sulle cornici e sul coronamento pulvinato. La pulitura, di tipo meccanico (con bisturi) e chimico (con utilizzo di biocida) ha consentito di eliminare le infestazioni biologiche e di cancellare quasi interamente le scritte tracciate con inchiostro indelebile, purtroppo penetrato in profondità. Il restauro si concluderà riattaccando piccole schegge prodotte da colpi inferti e con la stesura di un protettivo antigraffio e anti-imbrattamento.
I lavori di riqualificazione, coordinati dalla consigliera del sindaco per i musei civici Maria Antonietta Tomei, sono stati curati dal settore lavori pubblici del Comune di Tivoli.
Il restauro dell’ara è stato effettuato da Patrizia Cocchieri e Barbara Caponera dell’Istituto autonomo Villa Adriana-Villa d’Este, con il coordinamento del direttore Andrea Bruciati e per la Soprintendenza, della soprintendente Alfonsina Russo e di Zaccaria Mari.