Prima lezione per Draghi: la politica

IL SuperMarioNazionale forte dei suoi grandi successi in gestione finanziaria deve però imparare l’abc dell’essere primo cittadino

Tutti hanno commentato sul basso profilo dei sottosegretari. Dilungarci su questo versante sarebbe inutile ma anche inelegante. Si parla di uomini e donne, comunque impegnati ad occupare ruoli di responsabilità pubblica, come se fossero calciatori per cui si mettono a confronto formazioni di diverse squadre. Si ragiona con spavalderia e iattanza di persone coi loro indiscutibili limiti come se fossero i pedatori della domenica. E anche nel caso dei pallonari tale atteggiamento risulta inadeguato.

Detto questo tutti concordano sulla delusione del personale politico che SuperMarioNazionale ha chiamato a sé in questa avventura di governo. E non è sufficiente la risposta del tipo: ‘deve gestire secondo le persone che ha con sé’. Il super presidente del Consiglio dei ministri nominato direttamente dal presidente della repubblica in condizioni del tutto eccezionali aveva margine e credibilità per adottare una forzatura che tutti avrebbero discusso ma accettato di buon grado. L’Uomo del Destino infatti alla sua investitura godeva del massimo credito. Nei primi giorni di un personaggio politico appena eletto ci sono i margini affinché lui prenda le decisioni più scomode. Il rispetto di cui lui gode è massimo. E invece SuperMarioNazionale ha preferito la mediazione, la cogestione, il Codice Cencelli, il riallineamento tra i desiderata dei partiti. Tutto conforme alla continuità più totale. Ha adottato la forma del Dpcm per la limitazione di misure di libertà che molti costituzionalisti avevano criticato con Giuseppe Conte. In somma da un personaggio Super, che si pone come Uomo del Destino, ci si aspettava un ingresso più arrembante. Ma i suoi sostenitori di sempre sperano che faccia solo parte del suo stile. Che le scelte importanti, nuove, di ‘riformismo progressivo’, debbano ancora arrivare. Sperano. Qualche giorno fa erano sicuri sarebbero arrivate.

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Detto questo tutti concordano sulla delusione del personale politico che SuperMarioNazionale ha chiamato a sé in questa avventura di governo. E non è sufficiente la risposta del tipo: ‘deve gestire secondo le persone che ha con sé’. Il super presidente del Consiglio dei ministri nominato direttamente dal presidente della repubblica in condizioni del tutto eccezionali aveva margine e credibilità per adottare una forzatura che tutti avrebbero discusso ma accettato di buon grado. L’Uomo del Destino infatti alla sua investitura godeva del massimo credito. Nei primi giorni di un personaggio politico appena eletto ci sono i margini affinché lui prenda le decisioni più scomode. Il rispetto di cui lui gode è massimo. E invece SuperMarioNazionale ha preferito la mediazione, la cogestione, il Codice Cencelli, il riallineamento tra i desiderata dei partiti. Tutto conforme alla continuità più totale. Ha adottato la forma del Dpcm per la limitazione di misure di libertà che molti costituzionalisti avevano criticato con Giuseppe Conte. In somma da un personaggio Super, che si pone come Uomo del Destino, ci si aspettava un ingresso più arrembante. Ma i suoi sostenitori di sempre sperano che faccia solo parte del suo stile. Che le scelte importanti, nuove, di ‘riformismo progressivo’, debbano ancora arrivare. Sperano. Qualche giorno fa erano sicuri sarebbero arrivate.

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