Le case farmaceutiche giocano con la paura e le tecnologie per spaventare la comunità internazionale.
Una delle ragioni per cui Usa, Europa, Russia e forse Cina si sono avvicinate alla proposta di India di sospendere i brevetti, è che questo aumenterebbe la capacità produttiva e creerebbe le condizioni di una campagna vaccinale efficace.
Per vaccinare il 70% della popolazione mondiale e raggiungere l’immunità di massa, servirebbero 11 miliardi di dosi. Per ora quelle somministrate sono poco più di un miliardo.
L’industria farmaceutica si oppone alla sospensione dei diritti di produzione e non è la prima volta. Per quasi un secolo ci sono stati diversi scontri giuridici e trucchi macroscopici per impossessarsi dei brevetti. In questo caso, però, sarebbe opportuno che i farmaci fossero prodotti dalla sanità pubblica in modo da garantirne un’equa distribuzione a prezzi contenuti.
Basti pensare che AstraZeneca, frutto della ricerca universitaria, costa 1,5 dollari a dose mentre Moderna e Pfizer immettono sul mercato ogni dose a 15/18 dollari.
Perché questa differenza di prezzo? E quanto sono attendibili le paure sparse nel mondo sull’uso di un farmaco rispetto ad un altro? C’è una regia oscura? Non lo sappiamo, ma il sospetto rimane.